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24 Luglio 2015 - 17:55
eternit
Quattordici anni di indagini, perizie, interrogatori, processi. E' lunga e tormentata la vicenda giudiziaria legata al caso Eternit e alla figura dell'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny. Ecco le tappe fondamentali.
2001 - Il pubblico ministero Raffaele Guariniello, della procura di Torino, apre un fascicolo sulla morte per amianto di 12 italiani che avevano lavorato in Svizzera in uno degli stabilimenti della Eternit. E' il primo passo del procedimento che porterà all'incriminazione di Schmidheiny.
2002 - L'autorità giudiziaria del piccolo cantone di Glarona (competente per territorio) rifiuta di collaborare con la procura di Torino, che aveva attivato una rogatoria internazionale.
2003 - Dopo l'intervento della magistratura federale elvetica la situazione si sblocca e Guariniello riceve dalla Svizzera le carte necessarie.
2004 - L'inchiesta punta a fare luce sui decessi provocati dall'amianto lavorato negli stabilimenti italiani della Eternit.
2006 - Dopo due anni di attesa arriva l'ok all'invio a Torino di nuova documentazione chiesta da Guariniello.
2007 - L'inchiesta si chiude.
2008 - Chiesto il rinvio a giudizio di Stephan Schmidheiny e del barone belga Louis De Cartier per disastro doloso.
2009 - Parte il maxi-processo.
2012 - Gli imputati sono condannati a 16 anni.
2013 - Il 3 giugno la sentenza d'appello: 18 anni per Schmidheiny. Il 21 maggio, a 92 anni, era morto De Cartier.
2014 - La Cassazione dichiara che il disastro ambientale è prescritto. La procura intanto ha cominciato a procedere contro Schmidheiny per omicidio volontario.
2015 - Viene chiesto il rinvio a giudizio di Schmidheiny per 258 casi di morte. Il tribunale di Torino interpella la Corte Costituzionale sul "ne bis in idem", il principio in base al quale non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto.
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