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09 Luglio 2015 - 11:24
Fiom
La Fiom boccia l'accordo per il rinnovo del contratto degli oltre 86.000 dipendenti di Fca e Cnh Industrial. "L'intesa è stata realizzata escludendo dal negoziato sia i lavoratori, sia la Fiom da un tavolo comune", afferma il sindacato di Maurizio Landini, reduce dai successi alle elezioni per i rappresentanti della sicurezza nelle fabbriche del gruppo. "La direzione aziendale - sostiene il coordinatore Auto Michele De Palma - ormai decide tutto unilateralmente: orario, turni, salario, diritti sindacali dei lavoratori, carichi e ritmi di lavoro senza che i lavoratori possano proporre, partecipare e decidere". Ribatte il numero uno della Fim, Maurizio Bentivogli: "si portano ai lavoratori importanti ricadute salariali, nel segno della partecipazione dei lavoratori, che mai c'erano state nella storia di Fiat". Per le tute blu della Cgil c'è stata una "totale assenza di mandato" e mancanza di trasparenza: "se fosse stato un buon accordo, i sindacati che hanno firmato non avrebbero avuto nessuna difficoltà a tenere un referendum per validare la firma dell'ipotesi di accordo, ma così non è stato". La Fiom sottolinea che "l'accordo non prevede aumenti in paga base che facciano recuperare ai lavoratori di Fca e Cnh Industrial quanto perso uscendo dal Contratto nazionale e applicando il 'Contratto Fiat' che avrebbe dovuto pagare 'salari tedeschi'". Inoltre il premio "è diviso per fasce di cui solo una minima parte è certa, esempio 308 euro in quattro tranche nel corso dell'anno, il resto è completamente variabile sulla base di due indicatori, uno legato al Wcm e all'efficienza e l'altro sulla base di parametri come i volumi di vendita e dai volumi d'affari variabili a seconda del gruppo di appartenenza Cnh Industrial o Fca". Non piace ai metalmeccanici Cgil neppure la possibilità per l'azienda di estendere in tutti gli stabilimenti i 20 turni già adottati a Melfi "senza il voto dei lavoratori e che hanno peggiorato le condizioni di vita e di lavoro".
De Palma attacca il contratto da tutti i punti di vista.
Ricorda che "l'accordo limita il diritto di indire uno sciopero in un reparto per un problema specifico in quanto devono riunirsi tutti i delegati e decidere a maggioranza" e "cancella i livelli per i futuri assunti e riduce a tre le fasce professionali, così non ci sarà più relazione tra la crescita man mano di capacità, merito, esperienza e aumento dei livelli e corrispettivo salario". Tutto questo, sostiene la Fiom, mentre "i lavoratori con il voto espresso per l'elezioni degli Rls chiedono il ritorno ai tavoli negoziali di un sindacato proprio e non aziendale, chiedono che a negoziare ci sia anche la Fiom".
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