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08 Luglio 2015 - 12:09
Fiom
"L'intesa raggiunta per i lavoratori dei gruppi Fca e Cnhi è stata realizzata escludendo dal negoziato sia i lavoratori, visto che le assemblee tenute sono state rare eccezioni, sia la Fiom da un tavolo comune". Così la Fiom commenta l'accordo per il contratto. Per le tute blu della Cgil c'è stata una "totale assenza di mandato" e mancanza di trasparenza:"se fosse stato un buon accordo, i sindacati che hanno firmato non avrebbero avuto nessuna difficoltà a tenere un referendum per validare la firma dell'ipotesi di accordo, ma così non è stato".
La Fiom sottolinea che "l'accordo non prevede aumenti in paga base che facciano recuperare ai lavoratori di Fca e Cnhi quanto perso uscendo dal Contratto nazionale e applicando il 'Contratto Fiat' che avrebbe dovuto pagare 'salari tedeschi'". Inoltre il premio "è diviso per fasce di cui solo una minima parte è certa, esempio 308 euro in quattro tranche nel corso dell'anno, il resto è completamente variabile sulla base di due indicatori, uno legato al Wcm e all'efficienza e l'altro sulla base di parametri come i volumi di vendita e dai volumi d'affari variabili a seconda del gruppo di appartenenza Cnhi o Fca". "L'accordo - prosegue la Fiom - introduce nel sistema di orario disponibile per la direzione aziendale di ogni singolo stabilimento i 20 turni già adottati a Melfi senza il voto dei lavoratori e che hanno peggiorato le condizioni di vita e di lavoro. L'accordo limita per i delegati dei sindacati firmatari il diritto di indizione di sciopero, infatti per poter scioperare in un reparto per un problema specifico che l'azienda dopo tempo non ha risolto debbono riunirsi tutti i delegati e decidere con un voto a maggioranza.
L'accordo cancella i livelli per i futuri assunti e stabilisce le fasce professionali ridotte a tre, così non ci sarà più relazione tra la crescita man mano di capacità, merito, esperienza e aumento dei livelli e corrispettivo salario".
"La direzione aziendale - conclude la Fiom - ormai decide tutto unilateralmente: orario, turni, salario, diritti sindacali dei lavoratori, carichi e ritmi di lavoro senza che i lavoratori possano proporre, partecipare e decidere. Sarebbe un sistema perfetto di esclusione dalle decisioni di chi lavora se non fosse che i lavoratori con il proprio voto espresso per l'elezioni degli Rls chiedono il ritorno ai tavoli negoziali di un sindacato proprio e non aziendale: chiedono che a negoziare ci sia anche la Fiom".
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