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TORINO. Sanità: Gradenigo, Consiglio verso approvazione nuova legge

TORINO. Sanità: Gradenigo, Consiglio verso approvazione nuova legge

ospedale Gradenigo

Il Consiglio regionale del Piemonte dovrebbe approvare oggi pomeriggio la nuova legge in grado di permettere il passaggio dell'ospedale Gradenigo di Torino dalla gestione no-profit delle suore della Congregazione di San Vincenzo de Paoli a quella di un imprenditore privato, restando però nell'ambito del servizio sanitario pubblico regionale. Il voto, ha annunciato il presidente Mauro Laus, comincerà a partire dalle 16,30. In mattinata l'assessore alla Sanità, Antonio Saitta, ha ritirato l'emendamento unico della Giunta Chiamparino che aveva messo a punto in precedenza, presentando al suo posto cinque emendamenti concordati anche con il capogruppo di Sel, Marco Grimaldi. A questi si aggiungono altri tre emendamenti di maggioranza, tutti a firma Grimaldi. Sul fronte dell'opposizione, ci sono da affrontare complessivamente un centinaio di emendamenti.

Gli emendamenti di Giunta ribadiscono concetti che Saitta ha già ripetutamente espresso: il Gradenigo è un presidio pubblico che dovrà operare in coerenza con gli atti della programmazione sanitaria regionale, integrandosi con l'offerta dell'Asl To2, pena la decadenza dell'accreditamento. E i suoi dipendenti dal punto di vista contrattuale saranno come i dipendenti delle strutture pubbliche. Tali emendamenti, ha osservato l'assessore, puntano a "rafforzare l'azione di verifica e di controllo della Regione sull'ospedale". 

Nella discussione, il Pd ha concesso parte del tempo che gli spetta per regolamento al Movimento 5 Stelle (che avendo meno consiglieri l'aveva presto esaurito).

Tutti gli esponenti pentastellati sono intervenuti per attaccare l'operazione, accusando maggioranza e Giunta di essere antidemocratiche nel gestire i lavori con il contingentamento dei tempi.

"Non facciamo regali ai privati - ha rimarcato il capogruppo del Pd, Davide Gariglio - e in quest'aula voteremo degli emendamenti che metteranno dei paletti molto puntuali. Ma si discute fino a un certo punto, poi si vota. Altrimenti non siamo in democrazia in una dittatura della minoranza".

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