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TORINO. Sindone: telo Gesù che richiama l'amore più grande

TORINO. Sindone: telo Gesù che richiama l'amore più grande

La tradizione lo identifica come il lenzuolo usato per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro, ma la storia della Sindone - "icona dell'amore più grande" come l'ha definita Papa Francesco, che oggi l'ha venerata nel Duomo di Torino - è segnata da tanti misteri, oltre che da continue controversie sull'autenticità della reliquia.

CHE COS'E' La Sindone è un lenzuolo di lino, di forma rettangolare e dimensioni di circa 442x113 cm, sul quale è visibile la doppia immagine 'in negativo' del corpo di un uomo sottoposto a una serie di torture e infine crocifisso. Nella parte superiore e in quella inferiore l'immagine è segnata dalle tracce dell'incendio che si sviluppò nel 1532 nella cappella del castello di Chambery, dove era custodito il lenzuolo ripiegato in una cassetta d'argento. L'ostensione 2015 è la seconda dopo il restauro del 2002, nel quale sono state rimosse le toppe che erano state apposte dalle Clarisse di Chambery.

UNA STORIA 'RECENTE' Tutti gli storici ritengono documentata la storia della reliquia a partire dalla metà del XIV secolo, data della sua apparizione. Sulla sua storia precedente e sulla sua antichità non c'e'accordo: la datazione radiometrica con la tecnica del Carbonio 14, eseguita nel 1988 e ritenuta inadeguata dallo stesso ideatore, il chimico americano Willard Frank Libby, ha datato la realizzazione del lenzuolo tra il 1260 e il 1390, ma i sostenitori dell'autenticità della reliquia sostengono che i campioni utilizzati potevano anche provenire da parti rammendate dopo l'incendio del 1532. Di proprietà dei Savoia dal 1453, arriva nel 1562 a Torino, con il trasferimento della capitale da Chambery. E' Umberto II, l'ultimo re d'Italia, a donarla alla sua morte al Papa, come ha ricordato oggi il figlio, Vittorio Emanuela, a Torino per la visita di Bergoglio.

DISPUTA TRA STUDIOSI Alcuni studiosi ritengono che la Sindone sia l'autentico lenzuolo funebre di Gesù. Secondo questi la Sindone di Torino risalirebbe alla Palestina del I secolo. Gode poi di molto credito l'ipotesi che essa sia da identificare con il 'mandylion' o 'Immagine di Edessa', un'immagine di Gesù molto venerata dai cristiani d'Oriente, scomparsa nel 1204 (questo spiegherebbe l'assenza di documenti che si riferiscano alla Sindone in tale periodo). Innumerevoli gli esami scientifici e medico-legali cui il reperto è stato sottoposto. Studi sindonici del 1981, compiuti dall'italiano Baima Bollone e dagli statunitensi Heller e Adler, hanno scoperto su campioni dei fili tracce di sangue umano del gruppo AB; dal canto suo il biologo svizzero Frei Sulzer ha individuato sul telo pollini di oltre 50 piante, presenti non solo in Europa, ma anche nelle aree palestinese ed anatolica. Ricercatori israeliani hanno inoltre trovato tracce di particolari piante appartenenti alla zona di Gerusalemme.

LA POSIZIONE DELLA CHIESA La Chiesa cattolica non si esprime ufficialmente sulla questione dell'autenticità, lasciando alla scienza il compito di esaminare le prove a favore e contro, ma ne autorizza il culto come reliquia o icona della Passione di Gesù. "Sono convinto che sulla Sindone si debba ancora favorire la ricerca della scienza", afferma al riguardo l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. Il custode pontificio del sacro telo apre alla possibilità di nuovi studi: "Se Papa Francesco vorrà riprendere questo percorso, lo faremo - dice - a patto che le ricerche siano condotte con onestà intellettuale, senza preconcetti e presupposti ideologici a priori".

Diversi pontefici, da Pio XI a Giovanni Paolo II, hanno espresso il loro personale convincimento a favore dell'autenticità. "Anche questa volta la Sindone ha attirato tanta gente qui a Torino - ha detto Francesco durante l'Angelus -. La Sindone attira verso il volto e il corpo martoriato di Gesù e, nello stesso tempo, spinge verso il volto di ogni persona sofferente e ingiustamente perseguitata. Ci spinge nella stessa direzione del dono di amore di Gesù".

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