AGGIORNAMENTI
Cerca
21 Giugno 2015 - 17:48
Visita fuori programma a monsignor Giovanni Angelo Becciu, all'ospedale Molinette di Torino dove è ricoverato a scopo precauzionale, per Papa Francesco. Al termine dell'incontro di oggi pomeriggio con i giovani, il pontefice si è presentato al pronto soccorso dell'ospedale, fra lo stupore dei pazienti e del personale sanitari, per fare visita al sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato vaticana colto da un lieve malore durante la messa in piazza Vittorio di questa mattina.
"Siamo tutti ancora senza fiato per l'emozione", racconta il dottor Francesco Enrichens, direttore del Dipartimento di Emergenza delle Molinette, l'ospedale più grande del Piemonte. "Quando lo abbiamo visto arrivare in pronto soccorso, affabile e sorridente con tutti, siamo rimasti senza parole - prosegue -. Abbiamo fatto anche una foto con lui, che appenderemo al più presto in ospedale. Da questa sera - conclude con una battuta - possiamo dire di essere protetti molto in alto...".
Esorta il mondo economico a osare, invita i giovani a "non vivacchiare", chiede alla Chiesa di "convertirsi tutti i giorni". Con coraggio. E senza chiudersi in una società che esclude. E' dedicata agli ultimi la prima giornata torinese di Papa Francesco. Dall'incontro con il mondo del lavoro a quello con i malati del Cottolengo, passando per il pranzo con i giovani carcerati e i senzatetto. Emozioni fortissime per i pellegrini che a migliaia dalla periferia al centro lo hanno atteso lungo le strade, gli occhi lucidi per la commozione, nella speranza di vederlo passare e di un saluto.
"Torino ha vissuto una giornata unica e straordinaria, piena di emozione e di grande affetto per Papa Francesco - commenta il sindaco, Piero Fassino -. E il Papa ci ha ricambiato con generosità, con i suoi messaggi di fiducia". E di vicinanza, come quella espressa ai "giovani disoccupati, alle persone in cassa integrazione o precarie" come "agli imprenditori, agli artigiani e a tutti i lavoratori dei vari settori, soprattutto a quelli che fanno più fatica ad andare avanti".
Di prima mattina l'incontro in piazzetta Reale, dove Francesco stringe la mano anche a Sergio Marchionne, poi il raccoglimento davanti alla Sindone, seduto - e non inginocchiato - con la testa reclinata, le luci abbassate nel duomo di Torino, dove si ferma anche davanti all'altare del Beato Pier Giorgio Frassati. Preghiera e raccoglimento prima del bagno di folla di piazza Vittorio, sulla sponda del Po, il quartiere della movida torinese trasformato in una "chiesa senza mura", proprio come aveva auspicato alla vigilia l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia.
L'Angelus all'ombra della Gran Madre di Dio e del Monte dei Cappuccini, simboli della religiosità torinese, raccoglie 70mila persone nella piazza, almeno il doppio se si considerano quelle assiepate davanti ai 21 maxischermi allestiti per le vie del centro. Il pranzo in Arcivescovado è un altro tuffo nella "fine del mondo", un momento privato come la preghiera nel Santuario della Consolata, prima dell'omaggio a San Giovanni Bosco nel bicentenario della sua nascita. Nella basilica di Maria Ausiliatrice, dove i salesiani sono partiti per il mondo, Bergoglio parla a braccio e si lascia andare ai ricordi. Gli stessi che lo assalgono nella chiesa di Santa Teresa, quella del matrimonio dei nonni e del battesimo del padre.
La lunga giornata si chiude con l'abbraccio dei giovani, in una piazza Vittorio di nuovo gremita, a cui Francesco concede anche qualche selfie. Poi tutti a casa, con un ricordo da conservare per sempre.
Francesco incontra i giovani a piazza Vittorio. E' l'ultimo incontro della giornata e in 90mila lo acclamano. Cantano, lo accolgono con un saluto in dialetto, lo abbracciano. Ma il Papa riserva loro una parola scomoda.
Parla di amore, quello fatto "di opere e non di parole". Cita le telenovelas, dove si dice "ti amo" ma poi non si agisce in maniera conseguente. Poi si fa serio: "Voi siete buoni e mi permetterei di parlare con sincerità". Parla lentamente e nella piazza non vola una mosca. "Io non vorrei fare il moralista ma vorrei dire una parola che non piace: fate lo sforzo di vivere il vostro amore in castità".
Un appello coraggioso, quello di Papa Francesco, che sa che "in questo mondo edonista" non è facile. Un invito gentile ma allo stesso tempo senza tanti giri di parole. "Fate lo sforzo di vivere l'amore castamente".
"L'amore non è un sentimento romantico, è concreto, è nelle opere, e si comunica nel dialogo sempre", ha detto il Papa. Poi ha aggiunto: "Vorrei dire una parola che non piace, una parola impopolare. Anche il Papa alcune volte deve rischiare e dire la verità. E allora vi dico: siate casti" perché "l'amore è rispettoso delle persone, non le usa".
Il tema non è nuovo, il Papa negli incontri con i fidanzati aveva accennato a questo modo cristiano di prepararsi al matrimonio. Ma oggi lo ha detto ad una platea vastissima perché a lui sta a cuore che i giovani non "si usino" tra loro.
Il Papa ha citato anche l'amore rappresentato nelle 'telenovelas'. "Se dico che amo e non servo l'altro, non aiuto non mi sacrifico questo non è amore. Avete portato la croce - ha detto ai giovani riferendosi alla croce che accompagna le Gmg - quello è il segno dell'amore".
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.