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TORINO. Lavoro: boom badanti,+53% dal 2005. Entro 2030 altre 500.000

TORINO. Lavoro: boom badanti,+53% dal 2005. Entro 2030 altre 500.000

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Nelle famiglie cresce "il bisogno di cura" ed è un vero e proprio boom di badanti. Nelle case degli italiani lavorano 1 milione e 655 mila assistenti familiari, il 53% in più rispetto a dieci anni fa e nel 2030 ne serviranno altri 500 mila. Sono numeri da capogiro quelli illustrati dall'Api Colf che, da domenica e martedì, tiene presso la Gam di Torino il congresso nazionale, dedicato proprio al "servizio alla persona nella nuova famiglia".

"Il 60% delle badanti lavora in modo fisso e oltre il 50% è irregolare", spiega la presidente Antonia Paoluzzi. "Sono in prevalenza donne, in gran parte immigrate, ma a causa della crisi aumentano anche le italiane. Si prendono cura delle persone anziane, suppliscono al calo crescente dei servizi pubblici nella cura e nell'assistenza".

L'Api Colf sottolinea "la forte destrutturazione dei servizi anche quando comportano un'assistenza specialistica a non autosufficienti". Solo il 14% dei collaboratori ha seguito un percorso formativo specifico nonostante il 60% si occupi di assistenza a persone bisognose di cure specialistiche. Le famiglie hanno difficoltà (le segnala il 40%) a reclutare e a gestire il rapporto di lavoro, chiedono sgravi fiscali per affrontare la necessità di assistenza a domicilio. Il 29% vuole servizi che sul territorio favoriscano l'incontro tra la domanda offerta di collaboratori, il 34,5% chiede l'istituzione di Registri di Collaboratori per avere garanzie di professionalità.

"Auspichiamo una nuova definizione di welfare partecipato - sottolinea Paoluzzi - in cui il ruolo del collaboratore non sia più marginale e sottovalutato. Da parte dello Stato serve un intervento non solo in termini di servizi pubblici che si ridimensionano sempre più a causa della mancanza di risorse, ma anche con un sostegno della famiglia a utilizzare servizi pubblici. Gli sgravi fiscali potrebbero essere un piccolo passo in questa direzione. E' anche necessario un maggiore incontro di domanda e offerta: le famiglie non hanno riferimenti sul territorio". Per la presidente di Api Colf, "si deve prendere coscienza che il lavoro degli assistenti familiari è una professione, non un lavoro che possono fare tutti perché per prendersi cura di anziani, ammalati o anche bambini serve una formazione specifica". Tra gli obiettivi anche quello di arrivare a "un albo dei collaboratori familiari". 

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