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TORINO. Eternit: processo bis; parti civili, "non dovevamo arrivare qui"

TORINO. Eternit: processo bis; parti civili, "non dovevamo arrivare qui"

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"Come ci sentiamo? Siamo giù di corda. Non avremmo dovuto arrivare a questo punto". Così Angelo Marinotto, 78 anni, di Casale Monferrato, al Palazzo di Giustizia di Torino per costituirsi parte civile al processo Eternit bis, che comincia stamani. "Comunque - aggiunge il concittadino Tommaso Anello, 61 anni - il mondo ha capito il nostro dramma. Il mondo sì e i giudici di Roma no: non dovevano prescrivere un reato che ancora oggi miete sessanta vittime all' anno". 

"Questo processo prima o poi si chiuderà perché c'è il ne bis in idem. I fatti sono gli stessi del processo precedente". Così il professor Astolfo Di Amato, avvocato difensore insieme a Guido Carlo Alleva nel processo Eternit bis la cui udienza preliminare si apre oggi a Torino.

Quanto all'accusa di omicidio volontario mossa dalla procura di Torino, Di Amato dice: "A noi sembra una forzatura. Immaginare che siano stati investiti 75 miliardi di vecchie lire per uccidere le persone non è logico". 

"Siamo qui con determinazione e con forza di volontà. Speriamo che questa volta la giustizia e il diritto possano coincidere". Lo ha detto il sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti, entrando a Palazzo di Giustizia, a Torino, per l'udienza preliminare del processo Eternit bis. Il Comune di Casale, simbolo della lotta all'amianto, si costituirà parte civile così come altri Comuni della zona.

E' stata aggiornata a giovedì prossimo, a Torino, l'udienza preliminare dell'inchiesta Eternit bis. Il rinvio è stato accordato per permettere alla difesa di esaminare le carte relative alla numerose richieste di costituzione di parte civile. 

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