TORINO. Mostre: da Berlino a Torino i 'cacciatori di epigrafi'
28 Marzo 2015 - 16:57
Mostra
Una mostra inusuale dedicata alla passione per l'epigrafia e tutte le iscrizioni lasciate dagli antichi romani che ha portato in Italia, in particolare a Torino, studiosi stranieri. E' la mostra 'Carlo Promis e Theodor Mommsen. Cacciatori di pietre fra Torino e Berlino', alla Biblioteca Reale dal 31 marzo al 26 giugno. Una mostra piena di aneddoti, di quelli che piacciono agli storici, e anche ironica come dimostra una caricatura dell'Ottocento di Mommsen che si arrampica su un ponte. La mostra racconta di Theodor Mommsen, accademico delle scienze di Berlino, padre del diritto romano e politico di punta nella Germania di Bismarck, che ogni anno in primavera scendeva a Torino e si sistemava in casa di Carlo Promis, professore di architettura. Da dove partiva per le sue faticose gite nelle campagne cuneesi con il treno, in calesse, a piedi, da solo o in compagnia di sconosciuti parroci di campagna e di studiosi di antichità locali per andare a 'caccia' di epigrafi romane. Ovvero un patrimonio di iscrizioni molto importanti per conoscere abitudini, costumi, politica, economia, e devozione del mondo romano. Mommsen voleva vedere di persona i monumenti antichi, dispersi nelle campagne e nelle collezioni private, nei salotti e nelle stalle. Come testimoniano anche le tante lettere tra Mommsen e Promis che consentono di ricostruire il metodo di ricerca di questi 'cacciatori di pietre' del XIX secolo. Tra le testimonianza più preziose, c'è anche una collezione di epigrafi cristiane e una splendida iscrizione di un soldato britanno, per la prima volta esposta a Torino. Grazie a Mommsen, Torino fu proiettata in una dimensione europea; la cultura intesa come riscoperta della proprie origini e ricostruzione di un passato lontano fu uno strumento per rafforzare anche un percorso di unificazione. "Da allora molto è cambiato - dice la curatrice Silvia Giorcelli - la tecnologia consente operazioni un tempo impensabili (il rilievo con laser, elaborazione digitale delle immagini, banche date). Ma la ricerca di epigrafi mantiene un tratto 'militante': nonostante i mezzi messi a disposizione dalla tecnologia, occorre ancora andare alla ricerca di epigrafi nascoste.
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