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Appalti dimore storiche: si indaga anche sull'amianto a Venaria. Sospetto inquietante

Amianto spostato da un terreno di Torino destinato ad accogliere il grattacielo della Regione, e adoperato nei lavori per la costruzione del nuovo parcheggio della Reggia di Venaria Reale, il quinto complesso museale d'Italia per numero di visitatori. C'è anche questo sospetto ("inquietante" per usare le parole del gip) nell'inchiesta sugli appalti che ieri ha portato all'arresto dell'ex sovrintendente Francesco Pernice, dell'ex presidente della giunta regionale (all'inizio degli anni '80) Ezio Enrietti, e ad altre misure cautelari. Un'inchiesta che, come dice il vicepresidente della giunta, Gilberto Pichetto, "ha colpito due dei simboli del Piemonte, il nuovo palazzo e la Venaria". Per questo motivo la giunta regionale ha dato incarico all'avvocatura regionale di valutare l'eventualità di costituirsi parte civile nel procedimento. Il Consorzio della Reggia "smentisce in modo categorico la presenza di amianto e di altre sostanze nocive ed inquinanti", e fa presente che il trasferimento da un cantiere all'altro è stato autorizzato dopo i controlli di Regione, Provincia e Comune di Venaria. Ma la procura di Torino ha affidato ai carabinieri del nucleo ecologico l'incarico di fare dei prelievi. Sono le intercettazioni a inquietare i magistrati. Pernice, parlando con l'addetto all'ufficio gare della Venaria Reale, chiede: "Al grattacielo? E' tutto d'amianto". "Lo portano qua", è la risposta. ''Lo mettono sotto. Intelligente". A svolgere i lavori è la Les, una delle ditte che beneficiavano dei favori sugli appalti, di cui Enrietti è "socio occulto" e Claudio Santese (anche lui arrestato) l'amministratore. I due parlano di "merda rossa" che "gli impianti non si prendono" e dicono che una parte la sposteranno su una strada in costruzione alla periferia di Torino. Il gip, sulla base di altre intercettazioni, crede che la Regione abbia permesso a Les di "conferire questo materiale a Venaria" prima ancora dell'aggiudicazione della gara. Sono molti i filoni di indagine ancora aperti. Un avviso di garanzia per corruzione è stato inviato a Maria Grazia Ferreri, moglie di Enrietti, direttrice della divisione Patrimonio; altri sette avvisi sono per turbativa d'asta. Il giudice, fra l'altro, invita la procura ad aprire anche un fronte sulla costruzione stessa del nuovo grattacielo. Di passaggi di denaro per ora non si parla: Pernice ha avuto il suo tornaconto nei lavori di tinteggiatura di casa sua, ma il gip vorrebbe sapere cos'è il "carico di legna" che, in un paio di occasioni, dice di dover prendere da un altro degli imprenditori arrestati.
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