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TORINO. Forza Italia commissariati: l'ira di Fitto

TORINO. Forza Italia commissariati: l'ira di Fitto

Pichetto

Si allarga in Forza Italia la frattura fra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto. E si allunga il campo di battaglia: dalla Puglia dell' europarlamentare ribelle fino al Piemonte, dove su decisione del coordinatore regionale del partito, Gilberto Pichetto, sono stati rimossi due coordinatori azzurri vicini a Fitto. "C'è ormai un vero e proprio allarme democratico nel nostro partito, le primarie sono più che mai necessarie e                 urgenti - ha commentato Fitto - dopo quanto è accaduto in Puglia ora si assiste ad assurde ritorsioni anche in                 Piemonte". Qui il berlusconiano Pichetto ha commissariato il coordinatore cittadino di Torino, Ettore Puglisi, e quello provinciale di Verbania, Valter Zanetta. "L'ho fatto - ha spiegato - perché la catena di comando è legata al rapporto fiduciario che ho con Berlusconi. Nel momento in cui due esponenti di Forza Italia si impegnano a organizzare iniziative che vanno contro il presidente del partito, ritengo che questo rapporto fiduciario venga meno". In altre parole, chi è contro Berlusconi è fuori. "Ho assunto io ad interim il coordinamento cittadino di Torino e del Verbano-Cusio-Ossola" ha precisato Pichetto. Il partito deciderà nei prossimi giorni il "che fare" dei dissidenti. Con lui Vincenzo Gibiino, membro del Comitato di Presidenza del partito e coordinatore azzurro in Sicilia. "Silvio Berlusconi è l'anima insostituibile del nostro movimento. Giusto mettere il partito al riparo dal rischio di pericolose derive personalistiche". Ma per i "fittiani" questa "caccia al dissenziente" è un atto "gravissimo". "Il commissariamento che Puglisi e Zanetta subiscono in Piemonte - ha commentato Daniele Capezzone - è un ennesimo incredibile autogol del                 partito. Una ragione di più per battersi, con loro e con Raffaele Fitto, per una Forza Italia che sappia tornare a                 obiettivi e metodi liberali, anziché dedicarsi a una assurda caccia al dissenziente". Sulla stessa linea la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, che in Veneto ha partecipato ad un incontro con Fitto con oltre 700 amministratori: "Non riesco a credere che un grande partito liberale venga ridotto da pochi alla parodia di un bunker. Ci vediamo negata la libertà di espressione e di confronto sul futuro del nostro partito e del centrodestra. La storia politica di Valter Zanetta e la sua lealtà a Silvio Berlusconi nei momenti più drammatici della sua vita politica parlano per lui". Se il partito dovesse ratificare il commissariamento di esponenti come Puglisi e Zanetta, per Bonfrisco non sarebbe un atto politico "ma il testamento di un suicidio annunciato". Puglisi è l'uomo che dovrebbe organizzare per il 14 marzo l'incontro con Raffaele Fitto a Torino, nell'ambito del suo tour italiano. Proprio per questo Fitto definisce "illiberali e perdenti" ma "soprattutto inaccettabili" i modi scelti da Pichetto, definito "un burocratico esecutore di una linea sbagliata che fa capo ai vertici nazionali". Ai quali Fitto ribadisce: "Avete due scelte: o chiudervi tristemente in un bunker, oppure dare un segno di lungimiranza e consentire un vero confronto democratico per rilanciare partito e coalizione".
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