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TORINO. Chiamparino, "agenda condivisa per arrivare a luglio"

TORINO. Chiamparino, "agenda condivisa per arrivare a luglio"

Chiamparino

Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino ribadisce la sua intenzione di dimettersi in luglio se per quella data il Tar non avrà fatto chiarezza sulle presunte firme false e, quindi, sull'esito dell'attuale legislatura. E propone al Consiglio regionale un patto politico per arrivare fino a quel momento.
"Propongo a quest'aula - ha detto Chiamparino parlando in Consiglio regionale questa mattina - un patto politico che consiste in un'agenda condivisa nei titoli e nei temi per arrivare al mese di luglio. Se allora non vi saranno certezze sulla legislatura, prima che parta un film come quello visto nella legislatura precedente il presidente della Regione darà le dimissioni per restituire la parola agli elettori alla prima finestra possibile".  "Se il Consiglio me lo chiede - ha aggiunto Chiamparino - lo faccio subito. Ma credo che sarebbe più un gesto di stizza e una impropria forzatura della mano della magistratura. La politica deve assumersi le sue responsabilità. Rispetto i tempi e i modi della magistratura inclusa l'ipotesi nella quale decidesse che non può esserci una sentenza finché non è conclusa l'inchiesta penale, ma la mia scelta resta quella di dimettermi ed è una scelta che dimostra che la politica non è solo poltrone". Chiamparino ha rimarcato, come già aveva fatto ieri parlando alla direzione del Pd regionale, che "la nostra vittoria politica è inconfutabile" ma "avendo scelto il metodo della raccolta delle firme per la presentazione delle liste potrebbe esserci un'ombra sulla legittimità". Il presidente del Piemonte ha però fatto un distinguo sottolineando come "nella passata legislatura la vicenda delle firme false si intrecciò con la cosiddetta Rimborsopoli, oggi invece per quanto ci riguarda la magistratura ha totalmente sgombrato il cambio da un simile intreccio". Chiamparino ha anche elencato i "lavori in corso" avviati dalla sua amministrazione per "rimettere questa istituzione e il Piemonte in grado di camminare da sola anzichè zoppicare. Questi lavori, ha detto "sono tutt'altro che finiti". Ma "c'è il rischio, già manifestato nella legislatura precedente - ha affermato - che incertezze sulla legittimità di questo presidente, di questa Giunta e di questo Consiglio gravino come un macigno sulle cose che dobbiamo fare".
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