Torna in piazza a Torino la protesta contro la Torino-Lione ad alta velocità. Con i movimenti No Tav, sabato prossimo, marceranno i sindaci della Valle di Susa che, davanti al palazzo della giunta regionale, firmeranno una delibera che chiede di fermare le grandi opere e destinare i fondi pubblici alle "questioni più urgenti": sicurezza nelle scuole, sanità, ricerca, treni dei pendolari, contro il dissesto idrogeologico. Ed il Movimento 5 Stelle ha annunciato un esposto alla Corte dei Conti. I pentastellati vogliono sapere se Mario Virano, commissario di governo e presidente della Conferenza intergovernativa per la Torino-Lione, "abbia fornito informazioni corrette su costi e avanzamento lavori o, al contrario, si sia schierato tout court per la Tav". M5S parteciperà alla giornata di sabato a Torino, dove saranno presenti anche altri partiti (tra cui Prc), sindacati (Fiom), associazioni ambientaliste. Il corteo sfilerà tre giorni prima del vertice bilaterale tra Italia e Francia, a Parigi, che ha in agenda la richiesta alla Ue di finanziare al 40% il costo della prima parte dell'infrastruttura, la maxi-galleria di 57 chilometri e le stazioni internazionali di Susa (Torino) e St. Jean de Maurienne. "Le motivazioni della giornata sono due - spiega Alberto Perino, storico leader del movimento No Tav - l'incontro di Parigi tra i Capi di Stato e di Governo e le condanne ai nostri attivisti al processo del 27 gennaio scorso. Dimostreremo a Torino ed al Piemonte, che il movimento che si batte contro un'opera inutile e dannosa non è affatto in liquidazione, ma è vivo e vegeto". Con la marcia di Torino "parte la campagna di informazione su cosa si potrebbe fare con i soldi della Tav per le reali necessità del Paese. Con 140 metri della nuova Torino-Lione - dice Lele Rizzo, attivista No Tav del centro sociale Askatasuna - si potrebbero risolvere i problemi più urgenti legati alla sicurezza nelle scuole. Ma sabato ricorderemo anche che i nostri attivisti hanno subito 130 anni di condanna in più rispetto ai responsabili della tragedia del Vajont". Intanto, i sindaci della Bassa Valle di Susa hanno scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedergli un incontro. "Abbiamo parlato con Napolitano - spiega Sandro Plano, sindaco di Susa e presidente dell'Unione Montana - vogliamo sapere cosa ne pensa anche il nuovo Capo dello Stato. Inoltre - prosegue Plano - rinnoviamo la richiesta di essere ricevuti anche dal premier Renzi". Plano guiderà la delegazione degli amministratori valsusini nel corteo di Torino: "Siamo compatti, noi amministratori ed i movimenti, pur con modalità e ruoli diversi. Lo spreco per la Torino-Lione va fermato, d'altronde dopo la schizofrenia progettuale la tanto decantata Lisbona-Kiev è diventata una Bussoleno-St.Jean".
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