TORINO. Uber: domani Authority incontra rappresentanti taxi
16 Febbraio 2015 - 19:03
Taxi
L'Autorità dei Trasporti incontrerà domani, a Torino, più di 35 tassisti in rappresentanza di circa venti associazioni di categoria. La convocazione è stata decisa dopo l'esplosione del fenomeno Uber, la compagnia privata 'low cost', gestita da una app sul cellulare. Il 19 l'Authority vedrà i rappresentanti dei Comuni e delle Regioni, poi quelli della società Uber (non i driver di UberPop) e del servizio noleggio con conducente. Sempre domani a Torino sono attesi almeno 2.000 tassisti da tutta Italia per protestare contro Uber. Il corteo partirà alle 9 da piazza Arbarello e raggiungerà la Prefettura in piazza Castello. Un altro presidio sarà organizzato in via Nizza, alle 14, davanti alla sede dell'Authority durante l'incontro. Il corteo verrà aperto dalle donne, tassiste e mogli di autisti, che indosseranno una maglietta con la scritta 'Obiettivo legalità'. Il 12 febbraio è stato inviato un dossier dallo studio Pavia/Ansaldo, legale dei tassisti, al sindaco Piero Fassino e agli assessori competenti in materia di mobilità per ricordare le linee guida della legislazione in vigore. L'Autorità nei giorni scorsi è stata accusata dai tassisti di avere dato legittimazione a Uber con la convocazione dei suoi rappresentanti, ma l'obiettivo è quello di conoscere uno specifico segmento dei trasporti per potere poi contribuire a renderlo più efficace attraverso le regole e a migliorare i servizi. Uber detiene una piattaforma tecnologica rilevante nella mobilità urbana, mentre la legge del 1992 che disciplina il settore risale a un periodo in cui non esistevano ancora smartphone o app. L'Authority potrebbe quindi, dopo le varie audizioni, segnalare al Parlamento e al governo l'eventuale necessità di modifiche alla legge qualora questa risultasse inadeguata a regolamentare oggi il settore. "Il tema della legittimità della piattaforma Uber ? ha detto il presidente dell'Authority Andrea Camanzi, in una recente intervista radiofonica - dipende da come questa soluzione tecnologica viene utilizzata. Se, infatti, essa viene adoperata come piattaforma di prenotazione, allora il problema attiene ai profili della liberalizzazione nel settore dei 'servizi di autotrasporto pubblico non di linea' e, quindi, di un'armonizzazione della legislazione vigente con l'avvento di queste nuove tecnologie. Diverso è il caso di servizi, come quelli denominati 'Uber-Pop', in cui si offrono servizi di trasporto di cortesia per finalità semi-commerciali. In questa circostanza è evidente che si pone un problema di sicurezza che dev'essere garantita al cittadino e su cui va fatto un serio approfondimento". "Si cerca di sdoganare un servizio illegale", osserva Federico Rolando, portavoce delle tredici associazioni torinesi dei tassisti.
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