TORINO. Sanità: Saitta, "troppi esami, occorre cambiare mentalità"
13 Febbraio 2015 - 15:21
Antonio Saitta
L'Italia è ai primi posti dei Paesi OCSE per numeri di Tac e risonanze magnetiche, superati solo dalla Grecia e da Cipro. Circa il 22% di esami e prestazioni sono inappropriate. Un esame su tre non dovrebbe essere prescritto. In Piemonte si registrano 15.94 prestazioni sanitarie ambulatoriali per abitante, mentre lo standard nazionale è 12. Sono i dati che fanno dire all'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, che c'è un "eccesso di diagnostica che non comporta solo costi vistosi per la sanità, ma rischi per i pazienti". Intervenendo questa mattina al focus tecnico dedicato al tema dell'appropriatezza delle cure, organizzato dall'assessorato alla Sanità, Saitta ha affermato che "esiste un problema molto serio di inappropriatezza prescrittiva clinica e diagnostica. Un fenomeno difficile - ha aggiunto - da intaccare per gli interessi in gioco (politici, economici, professionali)". Dal dibattito è emerso che nell'area metropolitana di Torino si registrano abusi, in particolare le radiografie per la lombalgia, una delle patologie più diffuse dopo il raffreddore. "Assistiamo al paradosso - ha detto Saitta - che da un lato c'è un eccesso di consumo e di assistenza sanitaria in ospedale, mentre i soggetti più fragili hanno difficoltà ad accedere ai servizi essenziali". "C'è dunque un grande lavoro culturale da portare avanti - ha affermato Saitta - bisogna incidere sulla mentalità dei politici, dei prescrittori/operatori sanitari, dei cittadini. Sono convinto che non possiamo fare nostro il paradigma del dottor House: 'Io curo le malattie, non curo le persone'. No, noi abbiamo il dovere di prenderci cura dei malati, di mettere al centro il paziente e di offrire cure sobrie, rispettose e giuste". "Se con un tratto di penna cancellassimo in un colpo solo tutte le prestazioni inappropriate, le liste d'attesa diminuirebbero immediatamente della metà", ha detto l'assessore al focus cui hanno partecipato i medici Marco Bobbio (che si è soffermato anche sul lavoro fatto presso l'ospedale di Cuneo in collaborazione con Slow Medicine, coinvolgendo soprattutto i giovani medici)Ottavio Davini e Giulio Fornero. "Laddove ci sono troppe attrezzature (magari acquistate grazie a generose donazioni ma al di fuori della programmazione regionale) e laddove ci sono troppi primari, allora - ha osservato - si fanno più esami del necessario". Secondo l'assessore Saitta "le preziosi indicazioni che ci sono state fornite quest'oggi (e che trovano fondamento in una consolidata letteratura scientifica) devo tradursi in atti di governo. Questo è il nostro compito. E per atti di governo non intendo tanto delibere da adottare, ma obiettivi specifici da assegnare ai nuovi direttori generali che nomineremo tra qualche settimana. Compito della politica non è rincorrere la domanda. Ma governarla".
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