TORINO. Protesi difettose: parte laclass action contro Poly Implant Prothese' di La Seyne sur Mer
27 Gennaio 2015 - 11:56
Poly Implant Prothese' di La Seyne sur Mer
Sono 5 mila, in Italia, le donne che hanno diritto a un risarcimento per le Pip, le protesi mammarie di fabbricazione francese risultate pericolose. In attesa che il processo penale nei confronti del fondatore dell'azienda, che si sta svolgendo a Torino, faccia il suo corso, lo studio legale torinese Ambrosio & Commodo hanno iniziato a raccogliere le adesioni alla class action contro i vertici della transalpina 'Poly Implant Prothese' di La Seyne sur Mer, chiusa nel 2010. E' stato il tribunale commerciale di Tolone, condannando l'ente certificatore delle protesi Tuev Rheinland a una provvisionale di tremila euro per ognuna delle 1.672 donne francesi che hanno intrapreso l'azione legale, a stabilire la possibilità di ottenere un risarcimento. Il 26 marzo si aprirà, sempre in Francia, il processo d'appello. Un secondo 'round' del processo d'appello, davanti allo stesso tribunale commerciale francese, è inoltre previsto a breve. Per le donne italiane che intendono costituirsi in giudizio c'è tempo fino al 31 marzo. Tra coloro che raccolgono le adesioni a livello internazionale, che sono già oltre 3mila, c'è il Global Justice Network, di cui fa parte appunto lo studio legale torinese Ambrosio & Commodo, che sta raggruppando quelle delle donne italiane. Le Pip sono state impiantate a centinaia di migliaia di donne in vari Paesi d'Europa. Nel processo in corso a Torino gli imputati sono il fondatore dell'azienda francese, Jean Claude Mas, già condannato dal tribunale di Marsiglia a quattro anni di carcere per truffa aggravata, e un dirigente, Claude Couty. Il pm Raffaele Guariniello ipotizza il reato di frode in commercio e violazione del codice del consumo in relazione a un centinaio di vicende. Si tratta, in prevalenza, di donne di Torino e provincia, poi ospedali come Molinette, Gradenigo e Cottolengo, studi e laboratori medici. Le protesi erano "pericolose", sempre secondo l'accusa, perché c'era il rischio di trasudamento del gel e persino di rottura dell'involucro che lo conteneva. Per la costruzione degli apparecchi, sempre secondo l'accusa, veniva adoperato un gel preparato dalla stessa Pip invece di quello indicato nel fascicolo tecnico (il Nusil Med-3) che aveva permesso al prodotto di ottenere la certificazione di conformità Ce.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.