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TORINO. Caos al San Lazzaro, termosifoni spenti

TORINO. Caos al San Lazzaro, termosifoni spenti
"È come trovarsi in una scialuppa di salvataggio che sta affondando". Così Mario Caserta, della Cisl Fp Città della Salute, sul "caos" nel Week Surgery del San Lazzaro, il reparto di piccola chirurgia dell'ex ospedale dermatologico dopo dal 9 gennaio 11 dei suoi 18 posti letto vengono utilizzati per i pazienti del pronto soccorso. "Subito sono iniziate le difficoltà: personale precettato, struttura e attrezzature inadeguate - aggiunge il sindacalista della Cisl Fp - pazienti e medici che andavano e venivano, turni di lavoro estenuanti. E Oggi il caos: nella notte i termosifoni si sono bloccati, l'acqua calda non è uscita dai rubinetti e il lavapadelle è andato in tilt". "Era prevedibile - continua Caserta - avevamo già segnalato che la scelta del San Lazzaro (distante 700 metri dal pronto soccorso) era una scelta sbagliata e la palazzina vetusta ha fatto il resto. Adesso sembra un ospedale da campo, i termosifoni elettrici, alcuni con il filo rammendato con il cerotto, provano a scaldare i malati. Dal magazzino sono arrivate 15 coperte. E il personale è su tutte le furie, chiede l'evacuazione, meglio spostare tutti nei due reparti vuoti delle Molinette. Sembra di rivedere il film di tre anni fa, quando il nosocomio era rimasto senza caldaia. Si sa che d'inverno fa freddo! Ogni anno abbiamo l'emergenza pronto                 soccorso. Chiudere i reparti di degenza a inizio inverno è stata una scelta scellerata".    
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