"Il fatto non costituisce reato". Sono stati assolti con formula piena gli esponenti politici, in prevalenza del centrosinistra, imputati a Torino nel processo-bis per lo scandalo delle 'spese pazze' degli ex consiglieri regionali. Il gup Daniela Rispoli ha accolto la tesi della stessa procura, per la quale gli episodi contestati non costituivano reato per "mancanza di dolo". Una sentenza che restituisce alla giunta di Sergio Chiamparino "tutta la serenità necessaria - commenta il governatore - per impegnarci ancora di più nell'importante lavoro di riordino e di rilancio della Regione". Tra i nove imputati per i quali, al termine delle indagini preliminari, il gip Roberto Ruscello aveva ordinato l'imputazione coatta figuravano infatti tre esponenti chiave dell'attuale maggioranza di centrosinistra. Il vicepresidente Pd della giunta e assessore al Bilancio, Aldo Reschigna, il capogruppo e segretario regionale dei democratici, Davide Gariglio, e l'assessore alla Pari opportunità Monica Cerutti, in quota Sel, sono usciti a testa alta dalla vicenda giudiziaria. Niente acquisti strampalati, per loro che avevano scelto il rito abbreviato, come il frullatore, il Gratta e Vinci, le cravatte di gran marca. E neppure le sedute dall'estetista o banchetti a base di tartufo, ma solo cene di rappresentanza o pranzi in occasione di riunioni di lavoro. Spese per altro sostenute in assoluta buona fede - come hanno sostenuto i pm Giancarlo Avenati Bassi ed Enrica Gabetta -: non si rendevano conto di utilizzare fondi pubblici in assoluta buona fede. "Per me c'era qualcosa di molto più importante in gioco che continuare a fare l'assessore: riuscire a preservare l'immagine di persona che per 30 anni aveva svolto lavoro politico in modo onesto", sottolinea Reschigna, mentre la collega Cerutti ribadisce "l'attenzione che ho sempre avuto nella gestione delle risorse pubbliche". Si dice "contento e soddisfatto" Gariglio: "Abbiamo ampiamente dimostrato che non c'è stato dolo, la giunta Chiamparino può andare avanti", osserva ricordando che in Piemonte è stata "già sottratto ai gruppi consiliari la possibilità di disporre di denaro pubblico". "In questo clima di antipolitica il giudizio di oggi può ridare nuova speranza alla nostra Regione", dice Gianluca Vignale, l'unico consigliere regionale oggi in carica di centrodestra assolto dalla vicenda giudiziaria sui fondi regionali. Per i suoi colleghi di partito il 26 gennaio si apre il processo 'rimborsopoli 1': ad essere chiamati in causa 24 ex consiglieri e l'ex governatore Roberto Cota. Un filone che aveva già portato, in udienza preliminare, a quattro condanne.
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