TORINO. Bimbo con 2 mamme: Mons. Nosiglia, "sentenza non aiuta"
08 Gennaio 2015 - 15:09
"L'espansione senza fine di certi diritti soggettivi porta a situazioni di grande confusione, giuridica e non solo, con il rischio che a pagarne le conseguenze siano prima di tutto proprio quei minori che si intende tutelare". Lo afferma l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, esprimendo "con dolore e con preoccupazione" alcune osservazioni su una sentenza, quella della Corte d'Appello di Torino sul bimbo con due mamme, che "non aiuta"."Se è vero che l'interesse primario da tutelare è quello del minore - osserva in una nota l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia - non si può non notare come certe situazioni 'limite' creino dei veri paradossi, giuridici ed esistenziali". Per monsignor Nosiglia, "è importante che la Magistratura italiana, nei due gradi di giudizio, abbia comunque sottolineato l'attenzione prioritaria alla tutela della persona più debole: ma la crescita di questo bambino avverrà comunque in una situazione dove si incrociano diverse, obiettive difficoltà, legate in particolare all'assenza di un vero contesto familiare. È augurabile che l'affidamento congiunto alle due 'mamme' stimoli il reciproco senso di responsabilità degli adulti in questione; ma non si può non rilevare che proprio il merito della vicenda giudiziaria si caratterizza per le 'assenze' di vari presupposti: l'assenza di figure materne e paterne chiare, riconoscibili e 'presenti'; l'assenza di un contesto sociale, culturale e normativo che metta in esplicito collegamento i diritti degli 'individui' con i doveri dei genitori e dei cittadini". "Al di là della propaganda ideologica o politica, che cerca subito di tirare dalla propria parte la sentenza, ci auguriamo che nel buon senso della gente comune prevalga sempre il detto 'di mamma ce n'è una sola'. Nessuna dichiarazione, anche trascritta nei registri come "madre A" e "madre B", potrà mai sostituire questa realtà nel cuore di un figlio". Così l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, sulla sentenza della Corte d'Appello del capoluogo piemontese che ordina al Comune di trascrivere l'atto di nascita di un bimbo nato da due donne con la fecondazione eterologa come figlio di entrambe.
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