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TORINO. Saldi: domani al via, commercianti fiduciosi

TORINO. Saldi: domani al via, commercianti fiduciosi

Saldi

Partono domani, in un clima di fiducia, i saldi invernali a Torino. I commercianti stimano una spesa tra i 180 e i 220 euro per famiglia e un incremento delle vendite tra il 2 e il 5%, con punte fino al 10% nel centro storico. Positive le previsioni nel settore dell'abbigliamento, delle calzature, delle pelletterie, degli accessori, degli articoli sportivi e della casa. Il clima di ottimismo ha contagiato la ristorazione: i locali durante le feste hanno registrato il tutto esaurito. 

L'anticipo della data di partenza dei saldi al 3 gennaio è stato deciso a livello nazionale dalla Conferenza delle Regioni dopo le pressioni delle associazioni dei commercianti e di Federmoda, per sfruttare un fine settimana ancora inserito nell'atmosfera delle festività. La stagione dei saldi durerà otto settimane. I commercianti - sulla base delle indicazioni fornite dall'indagine di Ascom-Confcommercio di Torino e provincia - sperano di vendere capi importanti come cappotti, giacconi e giubbotti, dopo un Natale moderatamente positivo con acquisti rivolti soprattutto agli accessori. A Torino la stima sulla spesa delle famiglie è un po' più bassa di quella di Confcommercio a livello nazionale (336 euro per nucleo familiare): pesa la difficile situazione delle periferie - osserva l'Ascom - dove la crisi economica è ancora pesante.

"Il clima di attesa per i saldi fa ben sperare - dichiara Paolo Bertolini, presidente dell'Associazione Commercianti Torino Via Roma - nei giorni scorsi molti torinesi sono entrati nei negozi del centro per informarsi sull'imminente partenza dei saldi, con una discreta crescita di interesse." "I dati sembrano volgere al segno più - conferma Francesco Cena, presidente del Sindacato Abbigliamento dell'Ascom di Torino e provincia. Dopo un Natale abbastanza positivo ci aspettiamo un considerevole incremento delle vendite, con punte nelle zone commercialmente più forti anche del 10%".

"Anche quest'anno Natale e le vendite in saldo post festività rappresentano un importante indice di fiducia da parte dei consumatori - osserva Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia - gli indicatori sono quasi tutti al rialzo e ci fanno ben sperare in un segnale di uscita dalla crisi o per lo meno del termine della caduta dei consumi.

Se si confermasse con la tenuta dei saldi l'andamento già registrato nei giorni scorsi delle vendite natalizie, potremmo trovarci di fronte ad un piccolo segnale di ripresa".

E' di 150 euro la spesa media delle famiglie nel periodo dei saldi che iniziano domani: è la stima della Fismo, l'associazione Confesercenti del commercio al dettaglio di moda e abbigliamento. I commercianti interpellati da Confesercenti sono fiduciosi nonostante la crisi si senta ancora. "Se si confermeranno queste impressioni - commenta Stefano Papini, presidente di Confesercenti - sarà già un buon risultato, dopo anni di continui cali. Il che consoliderebbe anche quella piccola positiva inversione di tendenza nei consumi che avevamo segnalato in occasione del Natale. Ovviamente, questa valutazione generale sconta le differenze che si riscontrano fra un centro città più ottimista e una periferia che arranca visibilmente e nella quale le previsioni sono meno ottimistiche. In ogni caso alcune premesse incoraggianti ci sono: dopo un autunno troppo mite, ora la stagione pare avviata su standard più consueti che dovrebbero invitare ad acquisti finora rimandati; inoltre, come già lo scorso anno, i commercianti partiranno subito con sconti importanti (30/40% e oltre)".

"Peraltro - conclude Papini - sarebbe difficile aspettarsi di più: nessuno degli elementi che ostacolano una significativa e duratura ripresa dei consumi è stato rimosso (ed è su questo piano che non ci stancheremo di incalzare la politica, alla quale chiediamo misure efficaci e coraggiose). Ma proprio per questo, anche una piccola inversione di tendenza rappresenta già un risultato non disprezzabile, specie in un settore, come quello dell'abbigliamento, che in questi anni ha patito più di tutti la crisi".

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