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TORINO. Musy: teste nega intercettazioni, rischia denuncia

TORINO. Musy: teste nega intercettazioni, rischia denuncia

Alberto Musy

Maria Cefalì, tra i testi chiave del processo a Francesco Furchì, accusato dell'omicidio del consigliere comunale torinese Alberto Musy, ha negato tutte le frasi e le circostanze emerse dalle intercettazioni prodotte dalla procura e da cui emergevano riferimenti all'omicidio e alla pistola usata per compierlo. La donna è la moglie di Felice Filippis, amico dell'imputato. Il legale della famiglia Musy, Giampaolo Zancan, ha annunciato una denuncia per falsa testimonianza nei suoi confronti.

La teste, in particolare, ha negato di avere mai sentito la frase, pronunciata dal marito, "Marì, se parlo io lui cent'anni si piglia", riferita al'imputato Furchì.

E ha negato anche di avere detto al marito la frase "Ma secondo me, Felice, la pistola lui se ne è liberato subito, la pistola deve essere in Calabria da chi lo ha mandato ad ammazzare quello".

"Cose che ho sentito ai telefilm alla tv", si è limitata a dire la donna rispondendo alle domande del pm Roberto Furlan. La testimonianza ha più volte provocato l'ironia del presidente della Corte d'assise, Pietro Capello: "E' veramente grandioso - ha detto -. L'unico esempio simile è di quando uno ha trovato per terra un assegno già intestato a lui".

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