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18 Novembre 2014 - 16:38
Gay pride
Una manifestazione nazionale per "commemorare le vittime dell'odio e del pregiudizio anti-transgender", ma anche per il rispetto dei diritti "in un paese, l'Italia, fanalino di coda europeo in materia di diritti civili". E' quanto ha organizzato il Torino Pride per il 22 novembre, con partenza da Piazza Vittorio, sotto il patrocinio del Comune di Torino e della Regione Piemonte e la partecipazione della Cgil, coinvolta "in quanto si tratta di diritti delle persone".
La manifestazione si chiama TDoR (Transegender Day of Remembrance) in quanto vuole ricordare Rita Hester, assassinata nel 1998, data in cui viene avviato il progetto web 'Rememberig Our Dead'. Da allora l'appuntamento è cresciuto fino a comprendere commemorazioni in centinaia di città nel mondo. Quella di Torino, promossa a livello nazionale, vuole anche essere una manifestazione 'politica', mirata a sollecitare, hanno spiegato gli organizzatori, la riforma della legge 164 sul cambio del sesso. In particolare si chiede di eliminare l'attuale iter giudiziario per ottenere la rettifica di nome e sesso e l'obbligo di affrontare chirurgie mutilanti.
"Ci sono molte persone che desiderano cambiare sesso, ma senza sottoporsi a interventi chirurgici- ha detto Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride -. Chiediamo che anche per loro sia possibile cambiare nome all'anagrafe. Fino ad oggi è stato ottenuto tale permesso solo con alcune sentenze di tribunale, ma la legge è sorda a queste istanze di civiltà".
"In questo paese - hanno sottolineato l'assessore comunale e regionale alle Pari Opportunità, Ilda Curti e Monica Cerutti - i tribunali suppliscono spesso alla mancanza di leggi sui diritti.
Pensiamo che il paese sia pronto ad un salto di civiltà simile a quanto fatto da altri paesi europei".
"Partecipiamo a questa iniziativa - spiega la Cgil - perché la battaglia dei diritti è parte della battaglia più generale che vede la Cgil Torino battersi contro le discriminazioni e le ineguaglianze contenute sia nel jobs act che nella legge di stabilità".
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