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24 Ottobre 2014 - 10:03
Carlo Petrini
Sono circa 2 mila gli orti avviati finora nell'ambito del progetto di Slow Food '10.000 orti in Africa' e "la scommessa è realizzare gli altri 8 mila entro il prossimo Terra Madre, cioè in due anni". E' ambizioso l'obiettivo annunciato dal presidente di Slow Food, Carlo Petrini, durante l'incontro al Salone del Gusto sull'iniziativa che punta allo sviluppo dell'agricoltura di piccola scala nei paesi africani.
Se per Petrini "fare un orto è un atto politico, e farlo in Africa lo è doppiamente dato che nel Paese si sta vivendo una forma di neocolonialismo attraverso l'accaparramento delle terre", per il viceministro agli Affari Esteri e Cooperazione Lapo Pistelli l'orto rappresenta "un modello di coesione sociale e uno dei modi per disinnescare i conflitti è proprio la coesione sociale. Quindi - ha aggiunto il rappresentante del Governo - questi modelli a conduzione familiare, comunitari non sono solo un pezzo di risposta al bisogno di sicurezza alimentare e un sistema per valorizzare la biodiversità ma anche un modo per tenere insieme la comunità".
Il viceministro ha poi ricordato che "quello che abbiamo davanti si dice sia un anno decisivo che, tra l'altro, dovrà chiudere il negoziato sull'agenda di sviluppo per il post 2015.
E food security, biodiversità e sostenibilità rientrano nelle priorità che ci permettono di scrivere una nuova grammatica comune e condivisa dello sviluppo".
Uno sviluppo che per il continente africano passa anche per gli orti. "Il progetto - ha sottolineato Petrini - sta dando ottimi risultati, sta generando una nuova leadership di giovani che con determinazione stanno lavorando perché l'orto diventi una realtà. E se partiremo con i 10 mila orti - ha concluso - il movimento non si fermerà più, ma crescerà autonomamente".
Una cosa di cui è convinto anche il vicepresidente di Slow Food, l'ugandese Edie Mukiibi, che ha invitato i suoi connazionali a prendere in mano il futuro dell'Africa. "E anche se molti non si accorgono del lavoro che stiamo facendo - ha concluso - per l'Africa non dobbiamo fermarci perché il fiore germoglia anche quando nessuno lo vede".
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