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22 Ottobre 2014 - 15:29
Foto di Steve McCurry
C'è la 'sentinella del caffè', la donna immortalata dall'obiettivo di Steve McCurry in una piantagione dell'Etiopia, l'unico Paese in cui la pianta nasce spontaneamente. E poi il guardiano delle zucche di Lare, che da secoli crescono rigogliose in una regione del Kenia; il produttore di sale keniano e quello di zafferano, in posa circondato di ceste piene della preziosa spezia.
Comune a tutti gli 'Earth Defenders' del calendario Lavazza, realizzato con Slow Food per il 2015, è la fierezza nello sguardo di chi svolge il proprio lavoro e nello stesso tempo è consapevole di difendere una parte importante della storia e della ricchezza d'Africa. Le fotografie che McCurry consegna della sua esperienza di fianco alle comunità del cibo sostenute da Slow Food e da Lavazza sono lontane dall'immaginario che il mondo occidentale associa all'Africa.
Sono scene di vita quotidiana, da cui traspare umanità e forza. Dagli Earth Defenders il fotografo ammette di aver imparato molto: "Sarebbe un peccato lasciar scomparire queste tradizioni uniche - dice -. L'idea di proteggerle è stata l'ispirazione del calendario". Le comunità raccontate in questo itinerario, che tocca diversi Stati del continente africano, sono quelle 'adottate' dai Presìdi Slow Food.
Come la cooperativa di Tighanimine, che sulla costa del Marocco custodisce l'argan, l'albero della vita', da cui le lavoratrici estraggono la loro preziosa fonte di sostentamento e di emancipazione. Oppure la tribù itinerante di pastori Karrayyu: tutta la loro esistenza ruota intorno ai cammelli e con loro Slow Food ha creato il presidio del latte di questo animale.
Provengono da una piccola isola di sabbia di conchiglie, in Senegal, le donne della Federazione Gie Mbel Saac, che con un processo molto laborioso producono il cuscus salato, anche questo Presidio Slow Food. Il loro sguardo, per una volta, non guarda dritto nell'obiettivo, ma solo perché è rivolto al futuro: "Lavoriamo per chi verrà dopo di noi, i nostri bambini", dicono. E proprio a loro, i figli d'Africa, McCurry riserva l'ultimo scatto del 2015: un gruppo di alunni della scuola costruita dalla Fondazione Lavazza in Tanzania. Sorridenti, i bambini si divertono lanciando in aria colorati semi di caffè.
"Persone che mi restituiscono, con lo sguardo, storie in grado di arrivare dritte ora alla testa, ora al cuore". Così Steve McCurry racconta i protagonisti dei suoi ritratti, incontrati per i reportage del progetto 'Tierra!' e 'The Earth Defenders', il calendario Lavazza 2015.
Mc Curry è al suo primo calendario per l'azienda del caffè italiano, ma dal 2002, prima ancora che Lavazza lanciasse 'Tierra!', la sua iniziativa di sviluppo sostenibile in America Latina, India e Africa, è diventato il reporter dei 'Difensori della Terra'. Donne e uomini che grazie alla coltivazione del caffè hanno visto crescere l'economia dei loro villaggi, hanno potuto mandare i bambini a scuola e trovato realizzazione nel lavoro.
Non poteva esserci un punto di vista più adatto dell'obiettivo di McCurry per raccontarli: da 30 anni voce autorevole della fotografia internazionale, ha documentato i principali scenari di guerra, consegnando al mondo le prime immagini dell'invasione russa in Afghanistan. Ha testimoniato culture che rischiano di scomparire, immortalato tradizioni antiche e moderne, meritando i maggiori riconoscimenti internazionali a cui un fotografo possa ambire.
Con la stessa curiosità McCurry si è avvicinato ai contadini del caffè, prima in Perù, Honduras e Colombia, poi in India e in Africa. "Abbiamo potuto vedere le persone lavorare, raccogliere il caffè, rilassarsi e scherzare al bar - racconta -. Invitati in ogni casa in cui passavamo, ospiti in un mondo che è davvero altrove. Anche questo è il bello di un lavoro come il mio e di un progetto come Tierra!, non essere visti come intrusi, ma come parte di un disegno condiviso, di sostegno materiale, sociale e culturale".
La collaborazione tra Lavazza e Slow Food inizia con il primo Salone del Gusto, nel 1996: di qui prende il via una lunga storia di progetti comuni. 'The Earth Defenders', il calendario Lavazza per il 2015 che sostiene il progetto '10.000 orti per l'Africa' di Slow Food, suggella un percorso che si basa soprattutto sulla condivisione d'intenti.
Da un lato la filosofia del 'buono, pulito e giusto', che ha guidato il movimento di Carlo Petrini fin dalle sue origini; dall'altro Lavazza e il suo impegno nella ricerca della qualità, di una produzione sostenibile e rispettosa dell'ambiente. Due strade che si sono incrociate spesso, a cominciare dall'appuntamento con il Salone del Gusto, di cui Lavazza è partner dalla prima edizione.
Condiviso dall'associazione braidese e dal gruppo industriale torinese è anche l'investimento sulla formazione: Lavazza ha inaugurato dieci anni fa il suo Training Center, la prima scuola rivolta agli operatori che lavorano nel mondo del caffé, oggi sede didattica del Master sul Caffè dell'Università di Scienze Gastronomiche, fondata da Slow Food.
E sono destinate ai migliori studenti del Master di Cucina popolare italiana di qualità e del Master in the Slow Art of Italian Cuisine le due borse di studio che Lavazza mette a disposizione tutti gli anni per la Scuola di Cucina di Pollenzo.
'Tierra!' è il primo progetto di responsabilità sociale d'impresa realizzato da Lavazza, avviato nel 2002 per contribuire allo sviluppo delle comunità del caffè.
Un'iniziativa cominciata in Perù, Honduras e Colombia che si è estesa nel 2010 a India, Brasile e Tanzania, portando crescita e condizioni di vita migliori nei luoghi di provenienza della materia prima.
Al progresso tecnologico Lavazza ha affiancato ovunque attività di formazione per gli agricoltori e nuovi servizi per i villaggi: scuole e infermerie, abitazioni ristrutturate, esperienze di microcredito sono alcune delle esperienze avviate.
Un esempio è quello dell'associazione Kirua Children, guidata da un missionario tanzaniano, padre Peter Kilasara, che con il sostegno di Lavazza ha potuto aprire un asilo per i figli dei contadini. Tra i coraggiosi 'Earth Defenders', immortalati nel calendario Lavazza 2015, oggi c'è anche il religioso, ritratto come un guardiano in mezzo alle distese di caffè, a presidio delle tradizioni della sua Terra.
All'impegno nel sociale, Lavazza associa l'attenzione all'ambiente e alla sostenibilità dei processi produttivi: in Honduras la compagnia ha avviato un progetto di riforestazione e ha già ottenuto per le produzioni dell'America Latina la certificazione Rainforest Alliance, che sancisce la sostenibilità delle attività agricole nella foresta pluviale. Il frutto di questo impegno è raccolto dalla produzione 'Tierra!', una linea di miscela da caffè 100% arabica lavati. Per una bevanda che, oltre all'umore, fa bene anche all'ambiente e a chi la produce.
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