La festa religiosa di San Savino si svolgerà nel giorno stabilito dal calendario ecclesiastico, cioè lunedì 6 luglio: la solenne celebrazione e la processione con le reliquie del Santo, ripristinata dal Monsignor Arrigo Miglio negli anni 90 durante il suo episcopato, saranno i momenti culminanti della devozione per il Patrono sotto la guida di Monsignor Vescovo Edoardo Cerrato.
Colpisce ogni volta che la si rilegge o ascolta la storia assai particolare di questo Patrono: San Savino infatti non conobbe mai le terre che da secoli lo venerano, a differenza degli altri Santi Patroni del territorio canavesano, San Maurizio, San Besso, San Solutore e San Tegolo, tutti soldati dell’antica legione Tebea, martiri per la loro ribellione all’ordine dell’Imperatore Massimiano di perseguitare i Cristiani anche nelle più lontane contrade dell’Impero nel II secolo d.C.: essi infatti tentarono la via di fuga verso quello che ora è il Canavese, dove poi furono raggiunti dai loro carnefici proprio nelle campagne lungo la Dora Baltea.
Invece, Savino era Vescovo in terre lontane da Ivrea, fra la Toscana e l’Umbria, già molto conosciuto e amato per il suo aiuto ai soldati e ai più deboli: incarcerato per ordine dell’Imperatore Diocleziano, intorno al 300d.C. per le percosse subite in carcere perse un braccio. Secondo l’agiografia settecentesca, il moncherino, raccolto pietosamente da una matrona romana, tale Serena, divenuta cristiana dopo la morte del ricco patrizio romano suo marito, restituì la vista a un giovane soldato dell’esercito imperiale. La notizia commosse anche i suoi carcerieri, tanto che uno di essi si convertì, suscitando la furia dei funzionari dell’Imperatore che ordinarono che il Vescovo fosse ucciso. La comunità cristiana che gli si era stretta intorno ne raccolse le martoriate spoglie e lo seppellì a Spoleto, vicino a un tempio pagano divenuto luogo di culto per i seguaci di Gesù. Dopo che Costantino concesse loro libertà di culto nel 313, i Cristiani edificarono sul sepolcro del Vescovo una vera propria Cattedrale che ne raccolse i poveri resti. Davanti a questa tomba si raccolse con stupore e sbigottimento il generale longobardo Arginulfo, stupito di come l’uomo che in battaglia lo aveva affiancato con tanti consigli fosse identico a quel piccolo Vescovo sepolto nella grande chiesa. Siamo già nell’VIII secolo e città e paesi dell’Italia Centrale, dopo la caduta dell’Imero romano, sono terra di contesa e conquista fra Longobardi e Franchi prima e fra truppe imperiali e feudatari locali poi. Accade proprio questo nel 956, quando Corrado, discendente di Berengario, marchese di Ivrea, riconquista quelle terre per gli Anscarici, che sono anche i signori della Marca di Ivrea, dove peraltro imperversa un’epidemia di peste. Nell’inverno Corrado torna nelle terre di Eporedia e porta con sé le reliquie del Vescovo Savino, custodite nella Cattedrale: per lui sono un segno di protezione e potenza da condividere con i suoi fedelissimi. Di fatto l’ingresso dell’urna di Savino, secondo i cronisti del tempo, determina la fine della peste e di qui nasce una sentita venerazione per lui : le sue spoglie trovano sepoltura definitiva nella Cattedrale voluta dal Vescovo Varmondo e la sua festa si celebra ogni mese di gennaio. Da metà Seicento, con la riforma delle Confraternite e del calendario delle opere e delle ricorrenze, la data sarà posticipata dal 23 gennaio al 7 luglio e tale è rimasta fino ai nostri giorni.
Savino, che l’etimologia indica come “Piccolo saggio” dal latino “Sapiens” è una Santo venuto da lontano, ma che a Ivrea ha trovato devozione e affetto tanto da entrare a far parte del patrimonio di tradizioni più amate dalla comunità.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.