IVREA. Io sono qui per coordinare... e non certo per comandare
01 Luglio 2015 - 16:50
Galletto Renzo
Gentile, ma appassionato e fermo nelle proprie convinzioni: così appare e così soprattutto è Renzo Galletto, da marzo alla guida dell’Associazione Festa e Fiera di San Savino. “Scommetto che la prima domanda è perché sono qui, vero?” Infatti, confermiamo e chiediamo anche se intenda esportare il modello della Sagra del Cavolo verza con cui arrivano nella “sua” Montalto Dora ben 30 mila persone. “In realtà – ci spiega sorridendo – tutto è iniziato in modo più semplice. Sono andato a fare gli auguri di Natale ai miei carissimi amici dell’Associazione “Piasa dla Granaja” e così il discorso è caduto casualmente su San Savino e sui dissapori e le polemiche dell’ultima edizione. Io allora mi sono permesso di dire che non bisognava fosse solo un’occasione ludica, di festa e divertimento anche spettacolari, ma che doveva diventare un fattore di crescita economica del territorio”. “Così è accaduto che nel nuovo anno gli stessi amici mi hanno chiesto di accompagnarli dal Sindaco Carlo Della Pepa. Ho esposto anche a lui le mie idee- racconta ancora Galletto – e ho chiarito che bisognava uscire da dispute e litigi, altrimenti la manifestazione si sarebbe ulteriormente indebolita.” “Le mie osservazioni sono piaciute e hanno convinto e le ho collegate a un progetto, tre mesi sono pochi, ma ci crediamo, ho accanto a me persone competenti e appassionate di cavalli come Aldo Bessero e Paolo Biglia, ho risvegliato passioni sopite come quella dell’amico Marta e soprattutto ho posto delle condizioni, quelle di poter lavorare a coordinare una squadra coinvolgendo componenti diverse e spesso ostili o litigiose fra loro. Ecco, forse il modello Montalto parte da qui! Nel mio Comune ho messo a lavorare insieme ben 26 associazioni, a Ivrea ho convinto cavallanti e commercianti, istituzioni laiche e religiose e tutto partendo da due punti fermi: il finanziamento del Comune sarà pari a zero, ma ci sono grandi potenzialità per far crescere questa festa e farla diventare un evento nazionale, tanto che sabato 4 luglio ci sarà un Convegno davvero interessante.” Ecco, Presidente Galletto, cominciamo dalle ambizioni di San Savino.. “Un requisito irrinunciabile – risponde deciso - perché io non sono qui per organizzare meglio una bella Festa Patronale, ma per farla diventare un elemento di promozione economica e turistica di Ivrea e del territorio. Senza queste premesse io torno da dove sono venuto, fra l’altro in questi ultimi tempi mi sono scoperto una passione per la pittura, mi dedico all’astratto informale…” Le sue idee invece sono molto concrete… “Beh, da dove siamo partiti a Montalto Dora? Dal raccontare una storia, quella della coltivazione del cavolo verza che negli anni 50 e 60 già era richiesto fin nella ricca Svizzera. Ebbene, io nel 1986 ho iniziato a pensare che questa coltivazione non andava perduta, ho poi conosciuto Carlin Petrini e ho parlato di biodiversità già più di 20 anni fa, alla prima conferenza stampa di presentazione di questa Sagra che ha raccolto successi e riconoscimenti non certo per le serate organizzate, ma perché raccontava una storia vera e diversa di un prodotto unico che già faceva conoscere quei territori anche lontano e fuori dai nostri confini. Io ho visto nascere Arcigola e ho seguito l’esperienza dei Presidi Slow Food e quindi la nostra Sagra è diversa da tutte le altre. Anche a Ivrea vedo queste condizioni: è una città che ha 2000 anni di storia, una delle Diocesi più antiche d’Italia, è conosciuta fin dall’epoca romana per la presenza e l’importanza del cavallo, nel Novecento è stata per quasi 70 anni al centro del mondo dell’innovazione con la Olivetti, ancora oggi ha un Carnevale secolare e unico, pensi se riusciamo a narrare tutto questo in un evento e a trasformare questa nostra così ricca identità in qualcosa che richiama pubblico e quindi muove la nostra economia… Ecco questo è il nostro progetto per la Festa di San Savino. Io penso che possiamo fare ciò se ci crediamo noi per primi, perché a volte penso a quel che mi è successo una sera in cui cenavo a Siena… Ho visto discutere del Palio del 1961 alcuni anziani e mi sono avvicinato. Guardando il mio sorriso, uno di loro mi ha detto: ”Si ricordi che io sono prima dell’Oca, poi di Siena, poi Toscano e poi Italiano!” Ecco è questa componente identitaria molto forte che rende unici i luoghi e la loro storia. Del resto – conclude Galletto – già l’evento di San Savino di per sé è particolare, perché un conto è presentare 100 cavalli in un hangar in mezzo a dei padiglioni, un conto è far muovere e sfilare 100 cavalli nel centro storico di una città e quest’anno noi saremo proprio in Piazza di Città.” Per crescere, però, Presidente, ci vogliono soldi e la sua idea di autofinanziamento ha raccolto un sostegno un poco tiepido… “Non è vero – ribatte - io ho stampato 500 tessere e 500 tessere ho venduto: non ne volevo di più, io non faccio lotterie o sottoscrizioni a premi. Il progetto si chiamava “Io sostengo la mia festa” e chi ha preso la tessera sarà informato fino al centesimo sul bilancio preventivo e consuntivo, potrà dire la sua sui modelli organizzativi, si sentirà coinvolto come cittadino e come eporediese, perché la gente va coinvolta e ascoltata. Lo stesso ho fatto per tutti coloro che sono attori in questa grande manifestazione: l’Amministrazione e gli Uffici Comunali, la Curia, presente come avete visto anche alla conferenza stampa, i commercianti e le associazioni, i cavallanti e gli allevatori che sono categorie spesso diffidenti e difficili, ma con cui si è instaurato un bel rapporto di fiducia. C’è anche chi ci sostiene con manodopera e piccoli interventi che altrimenti dovremmo pagare e questo lo considero un coinvolgimento molto positivo. Torneranno anche le Pro Loco in Piazza Ottinetti dopo i mugugni dello scorso anno… Sì, anche qui ho cercato mediazione e collaborazione: voglio che bar e ristoranti lavorino e si sentano coinvolti nella festa e ho invitato tutti anche a sollecitare la creatività. So che verrà proposto il “panino di San Savino” e che una nota pizzeria ha inventato la “Pizza di San Savino”, bella e invitante, a forma di ferro di cavallo . Insomma, abbiamo iniziato bene…” Ci permetta una domanda più personale, per chiudere, ci racconti un suo San Savino speciale… “Anduma a San Savin!” lo abbiamo sentito dire fin da piccoli, era la festa che sapeva di estate e vacanze. Io a soli 10 anni, nel 1958 persi mio padre per un incidente, se ne andò a 36 anni. Mio nonno, l’anno seguente, mi comprò un cavallo a San Savino, costava ben 160 mila lire di allora, una mezza fortuna, ma voleva che tornassi a sorridere.” Per la verità, al ricordo di Aldino, così chiamò il suo cavallino, Renzo Galletto si commuove ancora adesso. Poi si scuote dai ricordi e torna quella persona efficiente e creativa, una miscela unica e vincente: ”Ah, mi ha telefonato Scabin, chef stellato, è interessato al nostro progetto, vedete che anche la ristorazione di qualità è interessata a questo evento così unico e così da raccontare e far conoscere. E non scrivete la solita storia del Sergente di ferro, io non sono qui per comandare, ma per coordinare certo nella prosettiva di un progetto chiaro e condiviso” C’è da credere che anche questa edizione 2015 di San Savino sarà indimenticabile per Renzo Galletto.
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