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04 Gennaio 2022 - 15:24
Claudio Castello, sindaco di Chivasso
Sindaco Claudio Castello, ci lasciamo alle spalle un anno difficile, segnato ancora dalla pandemia. Che anno è stato, il 2021, per la sua città?
“Il 2021 è stato un anno difficile, ma non è stato l’anno del disorientamento e dell’impotenza come lo è stato il 2020. Riprendere i ritmi sociali, economici e di vita quotidiana pre - pandemia era impensabile a distanza di dodici mesi e lo sarà anche per la prossima annualità, ma almeno, dopo questa dimensione tristemente cristallizzata, è stato l’anno di una lenta ma decisa reazione. Lo è stato per la scienza, lo è stato per le imprese, lo è stato per la pubblica amministrazione, lo è stato per ogni cittadino. Non ci lasceremo facilmente alle spalle i momenti difficili, ma con la stessa forza con cui li abbiamo affrontati bisogna guardare avanti con fiducia”.
Da un punto di vista personale, per lei sindaco, che anno è stato il 2021?
“Credo che la sfera personale di un sindaco, già all’indomani della propria elezione, occupi solo uno spazio ridotto della propria vita. E non è mancanza di rispetto verso i propri affetti privati. Specie in questo periodo, i confini tra privato e pubblico si sono fatti più deboli, perché quello che stiamo vivendo è un dramma collettivo: i bollettini dell’Asl mi procurano la stessa apprensione con cui aspetto l’esito di una mia visita specialistica, e ad ogni telefonata inattesa mi preoccupa una nuova richiesta d’aiuto di tanti cittadini in difficoltà come se a parlare fosse un mio familiare”.
Cosa di buono si porta dietro, degli ultimi mesi?
“Un nuovo inizio. Ogni fine anno ci offre questa sensazione di ottimismo per il futuro, ma stavolta questo sentimento è ancora più forte. In una relazione collaborativa con tutti i livelli istituzionali ci siamo ritrovati a condividere la pianificazione di un domani che possa restituirci con nuove opportunità tutto ciò che abbiamo perso in questi lunghi mesi. Far tornare a girare con regolarità le lancette dello sviluppo non è un’impresa facile, ma se tutti remeremo nella stessa direzione, sarà più agevole arrivarci il prima possibile”.
E cosa, invece, preferisce lasciarsi alle spalle?
“Se dovessi racchiudere in una parola tutto ciò che vorrei cancellare dal 2020, questa sarebbe “odio”. Un sentimento così insidioso e distruttivo non lo ricordo neanche nei periodi più bui della nostra Repubblica. Lo smarrimento, anziché tenerci uniti, ci ha divisi e non importa se per motivi più o meno validi. Nell’odio è stato trovato lo sfogo alle proprie frustrazioni. Mi auguro che da oggi si trovi la stessa energia per costruire e non per demolire”.
Una cosa che l’ha ferita, in questo 2021.
“I lutti assurdi di giovani vite rimangono sempre tra le ferite più dolorose, anche quando non fanno parte delle tue conoscenze più vicine. E questo ultimo scorcio di anno purtroppo non è stato clemente: Ginevra, Cristina, Davide, Mara sono un capitolo tristemente incompleto della nostra città. Ci conforta l’illusione che siano diventate delle nuove stelle in questa notte buia, soprattutto per i loro familiari ai quali va la mia sincera vicinanza da amministratore e da genitore”.
Qualcosa che, invece, l’ha resa orgoglioso.
“Ciò che mi rende orgoglioso di questa città sono i miei cittadini. Da quelli più anonimi che si alzano ogni giorno all’alba per sostenere le proprie famiglie a quelli più celebri come Pecco Bagnaia che è il giovane artefice del titolo mondiale costruttori alla Ducati in MotoGP. Passando per straordinarie intelligenze come la docente universitaria e giudice della Corte di Giustizia Ue Ornella Porchia, di recente nominata socia dell’Accademia delle Scienze di Torino”.
Un aggettivo per descrivere l’anno appena passato.
“Impegnativo. Nel senso che chi ha ruoli di responsabilità non ha potuto fare a meno di mettere il proprio impegno per dare una svolta al di là di accadimenti più grandi. E, inoltre, nel senso dell’origine della parola da “im-pegno”...se ci pensate, infatti, il 2021 è stato un periodo di passaggio che ci ha concesso in “pegno” se stesso per onorare le difficoltà pregresse, dalle quali vogliamo uscire in tempi brevi”.
Voltiamo pagina... Il 2022 sarà un anno molto importante per lei e per Chivasso. La città è, infatti, chiamata ad eleggere il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale. Quali sono le sue aspettative, in primis da un punto di vista personale?
“Sempre tornando alla risposta di prima, secondo cui personale e pubblico hanno dei confini sottili per un sindaco, onestamente debbo confessare che, tra i numerosi pensieri, ancora non ho trovato il tempo di chiedermi ciò che lei mi sta domandando. Le elezioni sono un momento di esame democratico e sarà la sovranità popolare a decidere ciò che è giusto per la città. Mi auguro che le mie aspettative siano direttamente proporzionali alla giustezza di questa importante decisione”.
E per il Comune che amministra?
“Il Comune ha bisogno di continuità politica. Direi lo stesso anche se al mio posto vi fosse un sindaco di orientamento ideologico diverso dal mio, che ha lavorato bene. In questo periodo in cui il tempo di amministrare è prezioso e naviga ad una velocità bionica, Chivasso non può permettersi il lusso di interrompere una vision e una mission solo per fare spazio a nuovi inconsistenti individualismi, con la stessa leggerezza con cui si rinnovano i calzini dal proprio guardaroba”.
L’augurio che intende fare ai suoi concittadini.
“Non amo la retorica di fine anno, ma stavolta ogni augurio parla con la voce del cuore. L’auspicio è che si possa, tutti, guardare al 2022 con un’emozione di riscatto che abbia la stessa intensità usata, per ragioni opposte, per chiudere gli occhi a tutti gli errori e gli orrori che la storia ci ha consegnato negli ultimi due anni”.
E quello che, invece, si augura per se stesso.
“Se si avvera l’augurio precedente, si avvera anche il mio. Perché come recita un proverbio cubano: ‘Quando sorge il sole, sorge per tutti!’”.
Il sindaco di Chivasso Claudio Castello è nato sotto il segno del Leone con Ascendente, Venere e Urano sempre in Leone; la Luna è in Vergine, mentre Mercurio è in Cancro, opposto a Saturno in Capricorno. Quest’ultimo aspetto fa pensare che fin da giovanissimo abbia dovuto assumersi importanti responsabilità, lasciando un po’ da parte la leggerezza e la spensieratezza tipiche della giovane età.
I pianeti in Leone, così come l’Ascendente, fanno parte di una personalità che è portata a primeggiare e a coordinare il lavoro di gruppo. La presenza di Urano all’Ascendente fa sì che le vicende personali siano curiosamente scandite da un ritmo di sette anni. Marte in Toro e al Medio Cielo parla di una persona abituata ad impegnarsi con ferma volontà per raggiungere i propri obiettivi, realizzare i propri progetti ed iniziative.
Gli ultimi anni non sono stati facili per i nati del Leone, sotto il tiro incrociato di Saturno e di Giove: se permane quella che oramai è definita la fase con “Saturno contro”, fatta di prove e di ostacoli da superare, perlomeno nel 2022 si defila Giove che diventa neutrale, garantendo anche attacchi minori alla sfera pubblica.
Urano, invece, permane al Medio Cielo e, così come ha fatto in questi anni in cui non sono mancati i colpi di scena nella vita politica del nostro Sindaco e della nostra città, altri eventi imprevisti potrebbero ancora accendere il dibattito pubblico nei prossimi mesi. Urano si sta avvicinando a Marte, un transito che verrà sentito di più probabilmente fra uno o due anni: non guasta un po’ più di attenzione e soprattutto una certa moderazione nella gestione della comunicazione.
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