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SETTIMO TORINESE. La “Settimesità” e la sua opera per difenderla

SETTIMO TORINESE. La “Settimesità” e la sua opera per difenderla
SETTIMO TORINESE. Giovanni Ossola è stato un fautore di ‘settimesità’ attraverso una diuturna azione di apprendimento delle memorie passate e delle nuove esigenze che la comunità settimese gli presentava.

Esponente di una storica famiglia settimese che nel corso del XX secolo ha dato un consigliere e un assessore comunali, Giovanni trascorre la fanciullezza nel campo sportivo di via Amendola custodito dai suoi genitori, dove forma la sua personalità fin dalla prima infanzia in un ambiente giovanile che negli anni del millenovecentocinquanta, è stato ricco di esperienze umane, dove si parlava ancora il settimese e che rappresentava il capolinea di tutte le notizie interessanti la collettività dei Cuciarin Dopi.

La passione per lo sport del calcio l’ha portato a giocatore nella squadra “La Torre”  emanazione del Circolo Culturale Sportivo AICS “Brodolini”, che aveva sede in via Giuseppe Verdi n° 6.

Dallo sport è passato alla politica quando Renzo Orio mi ha chiesto di essere co-presentatore di Giovanni Ossola per la sua adesione al Partito Socialista Italiano, dove giunge non sprovveduto assecondatone di amicizie o speranzoso  di favoritismi politici.

Analista alla Farmitalia e fidanzato con una maestrina, non nutre velleità  che non siano il contributo personale alla soluzione dei moltissimi problemi che, negli anni del 1960-1970, assillano la comunità settimese nel pieno della grande immigrazione: l’insufficienza delle più elementari strutture e infrastrutture dagli edifici scolastici, ai servizi sanitari (mancava addirittura il servizioi di ambulanza), al verde pubblico, alla viabilità, al trasporto locale e intercomunale.

Come sindaco, nell’affrontare tutti i problemi, Giovanni Ossola ha ispirato la sua azione alla pienezza della dignità cittadina di Settimo Torinese, sia con l’ottimizzazione del servizio pubblico essenziale, sia con la valorizzazione storico – urbanistica – commerciale del vecchio centro, sia con il potenziamento delle attività socializzanti sportive, culturali, di pubblica solidarietà e di tempo libero, vere fautrici di ‘settimesità’: sentimento di appartenenza del singolo cittadino alla comunità settimese non adagiata all’ ombra della torre, ma aperta alle fraterne relazioni con comunità cittadine di altri stati e regioni, tramite i Gemellaggi.

Uomo di carattere Giovanni ha impegnato tutto sé stesso nel difendere le proprie convinzioni quando, a seguito di un onesto e ragionato confronto, le ha ritenute giuste.

Settimo Torinese deve a Giovanni Ossola la salvezza di via Italia dal piccone demolitore, quando la speculazione politico-edilizia voleva cancellare tutto l’impianto storico-urbabistico che va da via Antonino a via Matteotti, per fare posto ad un unico palazzone che avrebbe cancellato gran parte delle fonti materiali della ‘settimesità. 

In alternativa alla demolizione, Giovanni Ossola ha elevato via Italia a centro commerciale naturale abbellendolo con alberi, fioriere, nuova pavimentazione nel corso della quale sono venuti alla luce i reperti delle antiche porte, passeggio pedonale invogliando i proprietari immobiliari a riattare le antiche case nel rispetto delle linee architettoniche originarie. Ne è derivato un risultato che ha incontrato la soddisfazione dei settimesi e il plauso dei forestieri compreso il promotore dell’ iperbolico progetto demolitore.

La settimesità di Giovanni Ossola la si ritrova nel restauro della Torre Civica e nella salvezza del diorama che Giulio Boccaccio ha realizzato nella sala Magistrale con la rappresentazione dei più significati episodi storici di Settimo, che l’improvvida direttrice dei restauri voleva cancellare, adducendo ragioni da vera parvenue, preceduta da saccenti e seguita da codini.

Ma la grandezza del settimese Giovanni Ossola la si trova nel ruolo primario da lui riconosciuto con l’istituzione delle Consulte delle associazioni di volontariato: di umana solidarietà, culturale, sportivo, alle quali ha dato materialmente casa e sostentamento, consiglio e proposta, adesione e difesa quali autentiche fattrici della ‘Settimesità Ossoliana’ che non avrebbe permesso, se la proposta si fosse verificata nel tempo del suo sindacato, di declinare l’ offerta fatta da un professore della Sorbona, suo parente, di donare a Settimo il tesoro della propria Biblioteca.

Francesco Pietro Bessone

Presidente di “Gran Drapò del Piemont” di cui Giovanni Ossola è stato Socio Fondatore

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