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20 Giugno 2018 - 12:14
Il Municipio di Livorno Ferraris
Egregio direttore,
questa mia vorrei che fosse sottoposta al vostro collaboratore Umberto Lorini, persona che conosco e stimo con cui ho anche avuto parecchi contatti tempo fa.
* * *
Caro Umberto, vorrei fare alcune considerazioni su quanto hai scritto sulla situazione a Livorno Ferraris in occasione delle elezioni comunali.
Circa tre anni fa dopo l’evaporazione della minoranza in Consiglio, ho cominciato a cercare di stimolare un po’ di dibattito sull’amministrazione con manifesti e volantini diffusi circa ogni sei mesi, sollecitando un po’ di dialogo con la popolazione. Al di là dei riscontri con i cittadini, non c’è mai stata alcuna risposta. Così alla fine ultimamente, in vista delle elezioni, ho sollecitato a farsi avanti qualcuno per creare un’alternativa. L’unica persona che si è fatta avanti è stata Chiara Barone, che mi ha chiesto la disponibilità a fare qualcosa assieme; ho subito accettato perché l’ho reputata persona degna di fiducia con abbastanza esperienza e voglia di fare.
Qui apro una piccola parentesi, perché vorrei spezzare una lancia affinchè i tuoi giudizi rientrassero nella normalità. Non sono a conoscenza della parte politica della sua storia negli anni passati, a parte piccoli episodi, ma per quel poco che capisco probabilmente incomprensioni o fughe in avanti hanno portato a contrasti e, perché no, magari ad errori che però credo siano normalità per chi si occupa di cosa pubblica. Anch’io, dall’alto dei miei settant’anni, quando guardo indietro, a volte mi dico: “qualche volta sono stato proprio uno scemo”. Negli anni tutto cambia, ad esempio il sottoscritto, dopo anni di appartenenza al PD, me ne sono allontanato in occasione dell’appoggio dato alla TAV e alle grandi opere in generale, cosa che ho ritenuto un “marcatore tumorale” per il partito, confermata ai giorni d’oggi con il collateralismo con le lobby del cemento e tante altre. Allora ho incominciato a guardarmi attorno. Sono approdato con altri milioni di elettori del PD nel Movimento, e anche se sono un po’ perplesso per le alleanze spero che con volti nuovi magari qualcosa di buono ci caveremo.
Tornando a noi: siamo riusciti faticosamente a costruire una squadra, si è avuta molta difficoltà a trovare disponibilità a metterci la faccia da parte dei cittadini. Intorno al carro dei più forti c’era molto affollamento, anche se poi, quando si è profilata un’altra lista, hanno ridotto i numeri per paura di competitori interni ai prescelti. Mentre intorno al nostro abbiamo dovuto spintonare alcuni a salire, che ringrazio di tutto cuore perché pur consapevoli di portare pochissimi voti e con quasi nulle possibilità di uscire ci hanno aiutato a poter presentare la lista, condividendo il nostro programma. Dall’altra parte c’era la schiuma, compreso il PD vercellese, con un opportunismo osceno; da noi solo persone semplici. Abbiamo perso, com’era facilmente prevedibile, ma spero che da ora, partendo dalla ricostruzione di un gruppo di minoranza, si riescano a formare di nuovo persone che si oppongano al pensiero unico che sta dilagando in molte piccole realtà come la nostra. Da parte mia ho dato la massima collaborazione a Chiara, però permettimi una battuta: anche se ho portato un centinaio di voti le ho anche portato sfortuna perché ormai mi sono specializzato in battaglie perse; purtroppo non mi trovo mai dalla parte giusta.
Caro Umberto, pur avendo quasi sempre approvato le tue opinioni e battaglie, dissento fortemente dal sostenere che lasciando andare ad una lista unica ci sarebbe stata la caduta e il commissariamento dell’amministrazione. Pur partendo da una posizione favorevolissima, l’altra lista ha fatto una campagna elettorale stile DC anni ‘50/‘60. Si è cercato di mettere in ballo anche i ricoverati della residenza assistenziale. I “mister preferenza” hanno battuto casa per casa, quando aprivi il frigorifero rischiavi di vederne saltare fuori qualcuno con il santino. Se per caso si fosse andati a lista unica, stai tranquillo che si sarebbero mobilitate tutte le ambulanze del circondario per portare vecchietti a votare, e non ultima cosa da non trascurare, dato che conosco bene i miei compaesani, tanti sarebbero andati comunque a votare consci che l’astensione sarebbe stato un voto contrario palese.
Con tanta stima,
Antonio Tamburelli
Caro Tamburelli,
sulla storia politica di Chiara Barone negli anni passati la mia personale opinione conta ben poco; sono i numeri - oggettivi, crudi, verificabili - a dimostrare che
- alle comunali del 2011 la sua candidatura nella lista “O.r.o.” ha drenato voti e ha permesso la vittoria, per sole 9 schede di differenza, della lista del sindaco Michelone ai danni della lista di sinistra “Livorno per tutti” (in cui c’eri anche tu);
- alle comunali di quest’anno la Lista Corgnati, pur appoggiata dal Pd, ha ottenuto 1554 voti: se non ci fosse stata la lista Barone, per raggiungere il quorum necessario all’elezione (in tanti Comuni, come sai, non ci si è arrivati...) Corgnati & c. avrebbero dovuto cercare altri 240 voti; sei proprio sicuro che, con un’unica lista sulla scheda, altri 240 livornesi - compresi i barellati portati in ambulanza - sarebbero corsi alle urne?
Negli ultimi dieci anni, insomma, a Livorno Ferraris ci sono state due occasioni per interrompere l’egemonia della destra (o, come meglio hai scritto tu in un recente volantino, «un quindicennio gestito più o meno dagli stessi, eredi o similari; questa cappa di amministratori-dissipatori che da troppo tempo grava sulla nostra comunità») nell’amministrazione del Comune. Due occasioni perse: perché, entrambe le volte, le scelte della Barone hanno oggettivamente favorito la destra, perpetuandone la permanenza alla guida del Municipio. «Errori», dici? Se queste cose le fa un neofita possiamo anche chiamarli errori. Ma se le fa una persona che è in politica da dieci anni, e che nel frattempo si è pure candidata alla Camera dei Deputati, mi vien difficile definirli così.
In ogni caso ti faccio i miei migliori auguri per la tua attività di consigliere comunale, e ti saluto con altrettanta stima.
Umberto Lorini
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