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05 Novembre 2016 - 08:33
Gentilissimo Direttore Giornale: “La Voce”,con riferimento all’articolo apparso sul giornale “La Voce” a firma della giornalista Annalisa Thielke in data 2 agosto 2016 intitolato “Vittone va all’attacco: la mafia esiste ancora”, significo che l’affermazione contenuta tra virgolette “Bertot mente sapendo di mentire, sa benissimo che il commissariamento è stato proposto dalla Ministro Cancellieri in via preventiva. Le foto di Bertot (con Raimondo) sull’uscio del bar di via Veglia a Torino, pubblicate su tutti i giornali e trasmesse in televisione, la dicono lunga sui luoghi malfamati frequentati dai due.. e sulla necessità di fare prevenzione!”, contiene un equivoco frutto di un errore in cui sono colpevolmente incorso circa la frequentazione del Raimondo del bar di via Veglia.
Tale errore è scaturito dal ricordo di un articolo de “La Stampa” del 9-6-2011 intitolato “Bertot, il prescelto. Diamo una mano al signor sindaco” con sottotitolo “Rivarolo, le cosche puntavano su di lui alle Europee” che ritraeva in fotografia Bertot e Raimondo.
L’articolo de “La Stampa” conteneva, infatti, nel corpo del testo, un riferimento esplicito alla riunione del 27-5-2009, alle ore 12.55 al Bar Italia di via Veglia, periferia sud ovest di Torino, all’interno del quale esponenti della malavita monitorati dalle Forze dell’Ordine si sarebbero adoperati per raccogliere voti in favore di Bertot per l’imminente tornata elettorale europea.
L’aver accostato quella fotografia all’articolo ha tratto in inganno anche me circa la partecipazione del Raimondo, oltre al Bertot, a detta riunione all’interno del bar Italia.
Ad alimentare l’equivoco ha contribuito un servizio televisivo del TG3 RAI del Piemonte, andato in onda in quei giorni del giugno 2011, che riferiva la stessa notizia riportata da “La Stampa” circa l’indagine a carico del Bertot, proponendo ancora una volta in video la stessa immagine del Raimondo accanto al Bertot.
Solo recentemente mi è stato fatto notare che la fotografia non si riferiva a quell’incontro.
Sono quindi rammaricato di essere incorso nell’errore di ritenere quella fotografia come scattata all’uscita del bar Italia di via Veglia e non, come effettivamente accaduto, in altra occasione, in nessun modo riferibile alle vicende dell’indagine Minotauro e mi scuso con il consigliere Raimondo se le mie parole, al di là delle mie intenzioni, lo abbiano potuto ferire o danneggiare.
Resta, tuttavia, fermo il giudizio, mio e della giunta che rappresento, di disappunto per i toni utilizzati contro il Ministro Cancellieri nel manifesto affisso nelle strade di Rivarolo Canavese e condivido le preoccupazioni espresse nell’articolo de “La Voce” del 2 agosto 2016 dall’associazione “Libera” circa la necessità di non abbassare la guardia contro il pericolo sempre presente di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale e produttivo della nostra Città.
Alberto Rostagno
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