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02 Agosto 2016 - 12:30
La sfrontatezza dell’ormai ex direttore sanitario della ASL TO4 nell’indire un bando concorsuale, parteciparvi, vincerlo e mettersi subito dopo in aspettativa è un caso esemplare di come molti sedicenti “top manager” siano il peggio del nostro sistema pubblico.
Il sig. La Valle, invece di ringraziare la buona stella che lo aveva fulmineamente fatto diventare Direttore Sanitario d’Azienda (ASLTO4), ha pensato di approfittare della sua posizione, non per servire gli interessi della azienda sanitaria, ma per soddisfare i propri.
La Valle delle occasioni, una volta in sella, ha sfruttato l’arte della spudoratezza.
Non avendo un posto di apicale da ricoprire in caso di mancata riconferma dell’incarico di Direttore Sanitario aziendale, sarebbe dovuto tornare a fare il “peones” in qualche struttura semplice, il che, per il brillante esponente della sanità manageriale era come recedere negli inferi.
E’ arcinoto che, per questa tipologia di “dirigenti”, il posto deve essere per sempre o al massimo di pari livello economico, sebbene la scelta di inchiodare il deretano sulla sedia piu alta possibile rappresenti l’opzione di gran lunga preferibile.
La Valle della sfrontatezza allora bandisce un concorso nella sua azienda per un posto da direttore di struttura complessa nel Presidio di Chivasso (TO). Il posto era vacante come per molte altre strutture complesse in Italia, con il solito facente funzioni a svolgere il ruolo pro-tempore, fulgido esempio di un risparmio economico umiliante per i tanti colleghi che svolgono le stesse funzioni di un Direttore ma non hanno diritto alla adeguata retribuzione.
La Valle della terzietà quindi bandisce il concorso, vi partecipa, vince il concorso e poi, compiuta la missione, tronfio e soddisfatto per la seggiola imbullonata, si pone in aspettativa, lasciando la struttura nelle stesse condizioni pre-concorsuali. Infatti, l’8 agosto, bandisce un incarico per sostituire sè stesso. Fantastico.
La Valle della arroganza, solo quando il suo enorme e pingue faccione comincia a campeggiare nelle pagine de La Stampa di Torino, si esercita maldestramente ad esperire stupidaggini a mezzo stampa.
Il concorso “sarebbe” perfettamente regolare, afferma, spalleggiato dal suo Direttore Generale, tale Ardissone, mentre piovono critiche feroci sul loro operato.
Bene ha fatto l’assessore Saitta a obbligare La Valle dei glutei sistemati a dimettersi da Direttore Sanitario d’Azienda ed a ricoprire immediatamente il posto auto-bandito.
Male ha fatto lo stesso Saitta a non far annullare il concorso in autotutela per assai verosimile abuso d’ufficio ex art. 323 del codice penale ed anche per verosimile violazione della legge anticorruzione.
Malissimo ha fatto l’altro “toppissimo manager”, il Direttore Generale Ardissone, che si è avviluppato in comunicati stampa ridicoli che si contraddicevano l’un l’altro mano a mano che l’onda di sdegno montava.
Il Top manager aveva ovviamente messo anche la sua firma sulla delibera di quel bando.
Li chiamano forse “top manager” perchè “toppano” più di altri e perchè mettono “toppe” peggiori dei buchi.
Buchi nei quali potrebbero anche andarsi a nascondere come i “Topi” (altra possibile origine etimologica troncata del termine “top”).
Ora, La Valle dello scorno va a fare il direttore di presidio di Chivasso, un posto apicale del valore di poco inferiore a quello precedentemente occupato (circa 93.000 euro lordi annui). Un contrappasso mica male.
La malasanità è anche in questa storia. È possibile ancora chiedersi perchè la fiducia degli operatori nei confronti di chi li governa è così basso?
Nel Regno Unito o in Germania o in Francia o in Svizzera il La Valle sarebbe stato mandato a vaccinare i contadini in qualche landa recòndita.
O probabilmente gli avrebbero fatto ciao ciao con la manina.
Da noi si godrà un lauto stipendio grazie alle sue grandi capacità manageriali. Quelle di sistemarsi il futuro bandendosi un concorso su misura.
Ai dipendenti di Chivasso: quando lo incrocerete con lo sguardo, non esprimetevi scurrilmente o con epìteti feroci. Fategli però capire che li pensate intensamente e che se li merita tutti.
POST SCRIPTUM:
Disciplinato dall’art. 323 c.p., l’abuso d’ufficio si verifica quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, “nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale”.
A leggere la parte in grassetto io ho pochi dubbi che il fatto descritto si attagli perfettamente. La Valle, nello svolgimento delle sue funzioni, pur avendo un interesse proprio si è procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale futuro dato che egli era precedentemente titolare di struttura semplice. Inoltre, sulla base dell’ art 1 comma 41 della legge 190/2012 (legge anticorruzione), Fedir Sanità ha fatto correttamente notare come il potenziale conflitto di interessi (La Valle è dipendente della stessa ASL che bandisce il concorso) avrebbe dovuto impedire di partecipare al concorso stesso. Saitta batti un colpo. O magari la Procura accenda i fari sulla questione.
Tratto dal blog
www.gabrielegallone.it
di Gabriele Gallone
Sono uno dei tanti italiani che farebbe volentieri la rivoluzione (pacifica si intende) per buttare a mare (con il salvagente si intende) la monnezza che alberga nelle istituzioni, nella politica, nelle banlieue dell’etica nostrana.
Di corruttela, menefreghismo, sciatteria e inefficienza, siamo, tra i Paesi industrializzati e civilizzati assolutamente imbattibili.
Fin da quando ero bambino ho potuto verificare che il ladrocinio dei soldi pubblici era un fiore all’occhiello del nostro BelPaese.
Il primo scandalo di cui ho memoria è quello Lockheed (1976) – avevo 13 anni – di cui ricordo distintamente la faccia di tolla dell’ex Ministro della difesa Mario Tanassi, già segretario del PSDI.
Da allora ne ho visto di cotte e di crude, fino all’apice di tangentopoli che, secondo me, è poca cosa, rispetto alle grandi magnate che i corrotti si sono fatti (e si stanno facendo) alle nostre spalle.
Breve excursus
Essendo diventato medico nel lontano 1988, ho visto pullulare i vermi arraffoni fin dentro le viscere del nostro Sistema Sanitario Nazionale, assistendo agli arresti del Direttore di Presidio dell’Ospedale dove lavoravo, oltre al Direttore del Provveditorato e a tutto uno stuolo di luridi personaggi.
A causa del senso di nausea impellente mi sono iscritto al sindacato Anaao Assomed e tramite esso ho cercato di far rispettare le regole, di denunziare le ruberie, di smascherare gli incompetenti.
Di tutte le esperienze che ho fatto non posso rinnegarne nessuna sebbene la più bella in assoluto è stata quella di lavorare in Medicina Generale ed in pronto soccorso all’Ospedale Maria Vittoria di Torino dal 1991 al 2000 dove ho ricordi bellissimi.
Ho cambiato spesso lavoro, restando sempre un medico. Ho sperimentato l’esperienza e il delirio transitorio del management in sanità. Prima a tempo parziale poi a tempo pieno, lavoro al controllo di gestione dell’ex Asl 3 e poi dell’Aso San Luigi. Mi occupo di “qualità” di di “risk management” ma mi accorgo che molti di quelli che ne parlano lo fanno solo per dare aria ai denti.
Dopo aver mandato a quel paese un Direttore Generale che non capiva la differenza tra un DRG e una DGR ricambio mestiere e mi metto a fare il medico del lavoro.
Ma continuo la mia esperienza sindacale; da componente della segreteria regionale fino alla carica di segretario regionale Anaao Assomed Piemonte che ricopro dal 2006 al 2014. Una bellissima ma faticosa esperienza, ricca di soddisfazioni. Apriamo un bel sito web www.anaaopiemonte.it da cui l’associazione si guadagna molta considerazione tra i medici e gli operatori sanitari e strali e maledizioni dai bersagli dei nostri comunicati stampa.
Sindacalmente approdo all’esecutivo nazionale nel 2014 e, dal 2015, sono nominato Presidente della Fondazione Pietro Paci, onlus che si occupa della formazione dei professionisti sanitari tramite eventi accreditati ECM.
Sono specializzato in Ematologia all’Università di Torino, in Statistica sanitaria all’Università Statale di Milano, in Igiene e Medicina Preventiva all’Università di Torino. Abilitato al ruolo medico autorizzato in radioprotezione al Ministero del Lavoro. Formatore da molti anni su tematiche di risk management ed evidence based medicine. Docente di statistica per la ricerca sperimentale all’Università di Torino.
Membro dal 2005 del Comitato Etico interaziendale dell’ASO San Luigi in qualità di biostatistico. Attualmente Medico competente e autorizzato in radioprotezione presso l’ASO San Luigi di Orbassano.
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