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I Comuni facciano come Arona: diventino dei veri presidi No Tares

I Comuni facciano come Arona: diventino dei veri presidi No Tares

Stop agli aumenti della Tares

Nell’attuale situazione di incertezza in merito alle politiche di tassazione sulla casa e in attesa di conoscere le disposizioni contenute nella Legge di stabilità, è auspicabile che i Comuni prendano esempio dalla giunta di centrodestra di Arona che ha deciso di non applicare la Tares nell’anno in corso, ripristinando per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti la vecchia Tarsu. Ciascuno di noi, infatti, può facilmente verificare come il costo di quel servizio a carico di famiglie e imprese sia già aumentato in modo esponenziale negli ultimi anni, addirittura ben prima dell’introduzione della Tares stessa. Aumenti che i sindaci avevano peraltro escluso quando, ormai più di dieci anni fa, avevano deciso di aderire al sistema di raccolta cosiddetto ‘porta a porta’. Anzi, quegli amministratori locali (alcuni inspiegabilmente oggi ancora in carica!) ci avevano addirittura convinto che adottando il sistema di raccolta domiciliare le bollette sarebbero state via via più leggere, grazie all’aumento delle percentuali di rifiuti differenziati. La realtà è totalmente diversa, com’è facile dimostrare: non c’è stato alcun premio per chi ha contribuito a raggiungere percentuali di differenziata ben superiori alla media provinciale. Per evitare che il tributo per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti del 2013 rappresenti l’ennesimo salasso, riteniamo allora opportuno che i Comuni lascino invariate le tariffe per l’anno in corso. Possono farlo tutti i Comuni che non abbiano ancora approvato il bilancio previsionale 2013, come testimonia, appunto, il caso di Arona. Anche perché, così facendo, eviterebbero l’applicazione della maggiorazione di 30 centesimi per metro quadrato: una gabella di cui beneficerebbero solo le casse dello Stato, senza alcun vantaggio per quelle comunali. A supporto di questa scelta, c’è poi il fatto che, nell’attuale periodo di crisi economica, un ulteriore e non più sostenibile aumento delle bollette potrebbe determinare un crollo del gettito complessivo. In quel caso, si andrebbe ancora una volta a gravare, in termini di interessi passivi derivanti dall’indebitamento delle società pubbliche di raccolta e smaltimento rifiuti, sulle spalle di quelle famiglie e quelle imprese che, pur tra mille difficoltà, riescono ancora a far fronte ai loro obblighi di contribuenti. Un’eventualità concreta che per noi è inaccettabile. Infine, segnaliamo che l’art. 3 della legge 212/2000, e cioè il cosiddetto ‘Statuto del contribuente’ prevede che, relativamente ai tributi periodici, le modifiche introdotte si applichino solo a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore delle disposizioni che le prevedono; sorgono, quindi, dubbi di legittimità sulle modalità con cui si sta procedendo alla riscossione di tale tributo, con gli avvisi recapitati nei giorni immediatamente precedenti alla scadenza per il pagamento. Pertanto, riteniamo opportuno farci carico di richiedere al Garante dei Contribuente delucidazioni in merito. Poiché pensiamo che il servizio sia comunque troppo oneroso e non favorisca chi veramente riduce la propria produzione di rifiuti, abbiamo presentato un’interrogazione urgente in Consiglio Provinciale, sia per mettere a nudo gli aumenti tariffari degli ultimi anni, sia per individuare modalità più premianti per famiglie e imprese virtuose da applicare in ciascuno dei bacini in cui è suddiviso il territorio della Provincia.

Carlo Giacometto e Ettore Puglisi, consiglieri Forza Italia-Pdl della Provincia di Torino

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