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20 Aprile 2016 - 12:55
vino
Al Vinitaly di Verona, che si è appena concluso, e stato siglato l’accordo tra Veronafiere e FederBio per il nuovo salone dedicato al vini biologici. Rispondendo a precise normative, approvate con il nuovo regolamento UE che disciplina la produzione del vino biologico, ora i viticoltori possono usare la dicitura ”Vino Biologico” e apporre il logo europeo in etichetta. L’Italia è uno dei maggiori paesi europei che produce ed esporta il vino biologico e questa normativa UE va a colmare un vuoto legislativo dopo oltre vent’anni di attesa.
Il regolamento stabilisce le pratiche enologiche ammesse, identifica l’uso di taluni prodotti e sostanze autorizzate e inoltre chiarisce che il vino biologico si fa solo con uve biologiche.
Pertanto questo vino si presenta al consumatore con un marchio universalmente riconosciuto, ottenuto attraverso l’abbattimento delle sostanze chimiche e dei solfiti, nonché la riduzione delle risorse idriche utilizzate e l’adozione di tecniche di coltura che prevengono gli attacchi dei parassiti in modo naturale.
Solo come annotazione, erano presenti al Vinitaly anche i “vini biodinamici” che sono prodotti sulla base dei dettami di Rudolf Steiner, sulle fasi lunari e sulle pratiche di coltivazione ancora in fase di definizione a livello europeo. Così, da definire il regolamento è anche per i “vini vegani” per i quali, oltre alle regole del biologico e biodinamico, è vietato anche l’impiego in produzione, di qualsiasi tipo di derivato di origine animale. Come ad esempio l’albumina d’uovo, la caseina, la lisozima da uovo.
Con le degustazioni che abbiamo fatto con i colleghi dell’Associazione Sommelier, abbiamo potuto apprezzare alcuni vini che potremo definire eccellenti. Fra questi sicuramente un Sauvignon biologico prodotto in Friuli Venezia Giulia, terra peraltro di grandi bianchi apprezzati in tutto il mondo.
Il Sauvignon è un vitigno a bacca bianca, il cui nome deriva dalla parola francese “sauvage” ossia “selvaggio” e proveniente dalla zona di Bordeaux, con il quale è possibile produrre vini bianchi freschi con una marcata impronta varietale.
A seconda del clima poi, le uve Sauvignon possono dare vini con sentori erbacei o di frutta fresca e, normalmente, non sono adatti all’invecchiamento, ma sono destinati ad un veloce consumo. Gli abbinamenti consigliati lo vedono abbinare a piatti di pesce o con i formaggi.
Alla degustazione il Sauvignon friulano si è presentato come un vino di classe, con forti emozioni olfattive, con sinuose note fruttate ed erbacee, con un ampio e sorprendente bouquet, dal sapore pieno, deciso e con una lunga persistenza. A dimostrazione che il vino biologico italiano prodotto in Friuli, ha arricchito le sue caratteristiche originali, grazie alle peculiarità dei terreni e in particolare del Friuli Grave, che contribuisce a valorizzare le già sorprendenti caratteristiche di questo vino.
Maurizio Braghiroli
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