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23 Settembre 2015 - 11:14
Caro Direttore, la situazione di estrema indigenza in cui migliaia e migliaia di cittadini italiani vivono è esasperante. Serve continuare a sottolinearlo.
Io, come cittadina da sempre impegnata nel sociale e a maggior ragione ora, da cittadina in Parlamento, continuerò a far aprire gli occhi a chi vuole forzatamente tenerli chiusi di fronte al degrado sociale che ci circonda.
Oggi si parla tanto di immigrazione, senzatetto e degrado.
Sembra anche che, nel concreto, ci si stia dando da fare per offrire un alloggio alle numerose persone in casi di estrema povertà e a quelle che arrivano da zone di conflitto per cercare una fonte di salvezza.
Ci stiamo dimenticando però quello che significa anche essere italiani in Italia; essere cittadini delle nostre città e del nostro Paese.
Solo nel 2014 sono stati emessi circa 77.278 provvedimenti di sfratto, con un incremento del 5% rispetto al 2013. Case abbandonate a se stesse che attendono una riqualificazione, famiglie che, dopo anni, si ritrovano a dover abbandonare forzatamente la loro abitazione per delle morosità.
Il tutto avviene davanti a uno Stato con i paraocchi, che detta legge senza alcuna cognizione della realtà.
Parlo del Piano Casa del governo Renzi e, nello specifico, dell’articolo 5, che stabilisce come “chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge”.
Un Piano Casa fondamentalmente rivolto al mercato immobiliare, che si riduce a rimediarne la fallimentarietà, senza però prevedere una vera e propria rivoluzione, fatta di investimenti pubblici, riqualificazione e ristrutturazione del sistema casa.
Questo è diventato un Paese che chiede e toglie, senza dare nulla in cambio, mosso esclusivamente da obiettivi di tornaconto. Un Paese che si è completamente dimenticato delle persone che ne fanno parte. Un’ Italia talmente ipocrita che si muove a compassione solo quando scoppiano delle bolle mediatiche, quali l’immigrazione o il suicidio di imprenditori finiti al lastrico o ancora di persone che perdono tutto. Perdere la casa, oltre al lavoro, significa perdere la propria dignità di persona, essere spogliati di quel diritto che la nostra Costituzione considera inviolabile.
I Movimenti per la Casa nel frattempo, aiutati da quei pochi politici come me che ancora ci credono, di fronte alle orecchie da mercante e ai paraocchi delle autorità statali, ma anche delle amministrazioni locali, continuano a lottare con forza e dignità.
Il 10 ottobre ad Alessandria avrà luogo la Fiaccolata per il diritto ad abitare. Il Piemonte è infatti una delle regioni più colpite dal fenomeno degli sfratti, con 8.256 provvedimenti emessi nel 2014.
Questa manifestazione sarà una delle tante che prendono quotidianamente piede nella nostra penisola e ognuna, dalla realtà locale da cui parte, è rappresentativa di tutte le altre.
La solidarietà che non giunge dall’alto viene consolidata nelle reti della povera gente, ma non per questo è meno forte, anzi.
Chiedo quindi a lei di unirsi, anche indirettamente, a questa lotta, dandole spazio attraverso l’importante strumento che gestisce, ovvero la stampa, che in genere a questi argomenti riserva solo un piccolo trafiletto e nient’altro.
Con Stima,
Eleonora Bechis
Cittadina in Parlamento
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