Sabato, il sindaco Rozzino ha scritto l'ennesima vergognosa pagina della storia dell'amministrazione torrazzese. Evidentemente, in "vent'anni di opposizione" (come ama sempre ricordare), più che imparare la democrazia e il rispetto per le minoranze, ha imparato la lezione di autoritarismo della sua collega Gronchi. Per "il sindaco di tutti i torrazzesi" (così si è autodefinito nel suo discorso di insediamento), l'opinione e le proposte delle minoranze (che nel nostro caso, messe insieme rappresentano più della metà della popolazione) contano meno di niente. Infatti, non una delle proposte e delle mozioni presentate al consiglio comunale di oggi dal gruppo del m5s è stata accolta. Neanche quelle a costo zero e neanche quelle che chiedevano la realizzazione di punti del suo stesso programma di governo. Non solo, ma lo scaltro sindaco ha fatto in modo che i cittadini presenti in sala per assistere alla pubblica adunanza non capissero nulla di quello che stesse accadendo. Come se già non bastasse la dialettica del primo cittadino, già di per se incomprensibile, la seduta si è svolta a suon di risposte a domande non lette, voti contrari alla non approvazione delle mozioni (proprio così), passaggio di carte ai consiglieri di minoranza, che per decisione sua non andavano lette ai presenti e per la decisione alquanto originale di limitare gli interventi dell'opposizione a non più di due minuti dopodiché si va avanti perché "c'è un ordine del giorno da rispettare". Come già accaduto in passato, il nostro uomo forte ha finto di non vedere gli interventi non autorizzati dei suoi consiglieri che oramai parlano arrogandosi il diritto di togliere la parola a chiunque (perfino allo stesso presidente), che abbandonano il tavolo mettendosi a passeggiare fra il pubblico o addirittura lasciano la sala mentre è in corso la discussione come se fossero a casa loro. Il nostro primo cittadino, però ha dato grande sfoggio di autorità mettendo a tacere i consiglieri di opposizione che volevano intervenire nel democratico processo verbale per meglio spiegare e sostenere le proprie mozioni (come peraltro previsto dal regolamento comunale) e arrivando addirittura a minacciare l'allontanamento dall'aula un cittadino che gli ha fatto notare come la pubblica lettura delle interrogazioni e delle mozioni fosse necessaria al pubblico per capire di cosa si stesse discutendo. Sta di fatto che sul TTIP ha ammesso candidamente di non saperne nulla ripromettendosi di studiare a casa (peccato che non fosse presente all'incontro di ieri sera a Torrazza con l'europarlamentare Tiziana Beghin, pur avendolo invitato). Sul dilagare delle slot machine, la cosa non spetta a lui, che ne ha già imposto il divieto nel polivalente (e ci mancherebbe). Alla nostra richiesta di poter utilizzare una bacheca (peraltro già esistente e inutilizzata) per le comunicazioni delle minoranze ha risposto picche. Alla nostra richiesta di poter registrare le sedute del consiglio e darne massima pubblicità, idem. Secondo lui anche disporre i tavoli dei consiglieri in modo che non diano le spalle al pubblico costa troppo, e poi "è sempre stato così" quindi cosa vogliamo? Non siamo mica qui per cambiare le cattive vecchie abitudini! P.s.: Chissà che fra breve, anziché "sindaco", non decida di firmarsi "podestà"? E al prossimo consiglio, ci permettiamo di suggerirgli di chiamare in via preventiva i carabinieri a piantonare la sala consiliare, potrebbero tornare utili in caso volesse fare allontanare qualche pericoloso sovversivo tra il pubblico.
A firma dei Consiglieri di opposizione: Davide Bugli Capogruppo MoVimento 5 Stelle; Enzo Castenetto Capogruppo "Progetto Torrazza"; Guido Roveta Consigliere "Progetto Torrazza"
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