Cerca

SETTIMO TORINESE. Fabio Basile si racconta prima della medaglia d'oro

Il settimanale La Voce di Settimo aveva pubblicato martedì 7 giugno questa intervista concessa in esclusiva da Fabio Basile, in accordo con Pierangelo Toniolo dell’Akiyama Settimo, prima della partenza per Rio De Janeiro. Rileggerla, dopo aver assistito alla medaglia d’oro vinta da Basile, la numero 200 dell'Italia Olimpica, la più celebrata dai media e la più bella fino ad oggi, è un piacere che vogliamo ancora condividere. Nella palestra Akiyama, chi l’ha visto crescere lo chiama ancora “Fabietto” anche se è uno degli atleti che andrà alle prossime Olimpiadi di Rio De Janeiro 2016. La palestra di via Defendente Ferrari sta vivendo finalmente il sogno a cinque cerchi, dopo averlo sfiorato in passato con i suoi migliori atleti. Ed è la prima volta che la città di Settimo può tifare per un proprio concittadino impegnato nella competizione mondiale più importante in assoluto. Fabio Basile, 21 anni, 66 kg di peso per circa un metro e ottanta di altezza, sarà uno dei portacolori della nazionale italiana di Judo. E’ attualmente in forza al Centro Sportivo dell’Esercito Italiano diretto dal Colonnello Giuseppe Minissale, con sede a Roma, ma ormai Fabio vive praticamente a Settimo, a due passi dalla sua Akiyama di via Defendente Ferrari. La palestra gestita dalla famiglia Toniolo da ormai 40 anni, è la sua casa. La conferma olimpica è arrivata dopo la partecipazione al torneo di Citta del Messico. Un tour de force che ha costretto il campionissimo settimese a combattere dopo 32 ore di volo, in pieno disagio da fuso orario e con una caviglia non proprio perfettamente guarita da un infortunio. Era già praticamente sicuro dopo il 5° posto ottenuto in Kazakistan, ma a quelli come Fabio non si regala nulla. E’ giovane, ha scalato il ranking mondiale partendo da zero, come si fa nei videogiochi. Ma in questo caso non c’è niente di virtuale, nessuna finzione. Fabio Basile e il judo sono una cosa sola e vera. In palestra, nessuno lo invidia: tutti lo adorano. Ognuno ha un aneddoto da raccontare su di lui, i più piccoli cominciano persino a cercarlo per gli autografi. Il presidente e papà Orlando Toniolo lo ricorda ragazzino, quando vinceva ribaltando situazioni di svantaggio grazie al suo istinto da campione. Massimo Toniolo invece racconta quando era arrivato a Settimo da Rosta con la mamma Tiziana Piccinno e da papà Mauro Basile, per cominciare a fare judo all’Akiyama. Aveva 7 anni. Da allora, non ha mai più smesso. Quando era piccolo, si era fatto posare un tatami in camera, il tappeto imbottito su cui si fa judo, per poter provare le tecniche viste in palestra con una forza di volontà granitica. Il suo avversario era un orsacchiotto gigante. Ora è seguito direttamente da Pierangelo Toniolo, il suo tecnico e la sua guida in questi momenti delicati ed illuminati dai riflettori mondiali. Il palmares di Fabio Basile è infinito: ha vinto tutti i tricolori di categorie giovanili, due titoli italiani assoluti, un terzo posto ai mondiali juniores quando era ancora cadetto, seguito dai tecnici Moraci, Raffaele Toniolo e Laura Di Toma. E poi il recente 3° posto agli europei assoluti. La sua quinta medaglia continentale che gli ha fatto dichiarare alla stampa nazionale: “Andrò a Rio”. Una frase su cui hanno ricamato i titoli dei maggiori quotidiani sportivi: “Fabio Basile, missione impossibile”. Provocazioni e poi altre malelingue che hanno fatto alzare l’asticella dell’impegno per dimostrare che le parole diventano fatti. Se n’è accorto da tempo anche il dt della nazionale, Kyoshi Murakami, che l’impossibile per Fabio non esiste. I suoi metodi di allenamento sono estremi. Quando è stanco, chiede ai suoi compagni di 90 kg di gareggiare con lui. Chili di muscoli e potenza in più a cui chiede di sottoporlo a tecniche di strangolamento o soffocamento per prepararsi a reagire. Subire un soffocamento o una leva, significa arrendersi. E’ il ko, nel judo si chiama ippon. E’ la sconfitta più netta e pesante. Ma è soltanto uno dei tanti metodi – questi sì davvero impossibili per un essere umano “normale” - che Fabio escogita tutti i giorni per diventare sempre più forte. Ma qual è il successo più importante? Fabio apre il suo portafoglio. Ha una foto nel portatessera in cui sorride stringendo il pugno. Aveva appena vinto il Master di Brema, a 14 anni, nel primo anno da Cadetto. E’ il torneo internazionale giovanile più importante del mondo. E lui è stato l’unico europeo ad averlo vinto per due anni di seguito. “Dopo aver vinto quel torneo internazionale, ho capito che la mia vita era il judo. E al judo ho dato la vita per arrivare fino alle Olimpiadi”. Cosa significa “dare la vita”? Alzarsi alle 6,30, cominciare ad allenarsi alle 7 fino alle 8,30. Poi faccio colazione rigorosamente al bar: lo adoro. Poi mi alleno dalle 10 fino alle 12, alternando tecnica e lavoro fisico. Al pomeriggio riposo e poi di nuovo in palestra, dalle 19 alle 20,30. Il judo non conosce festa. Di domenica, scelgo la corsa. La tua tecnica preferita? Il “de ashi barai”. Io sono un istintivo, sento il tempo. C’è una frazione di secondo in cui si può sgambettare l’avversario e mandarlo giù. Su You tube ci sono tante vittorie conquistate con quella tecnica. Cos’è per te l’Akiyama? Un luogo che in Italia non esiste. Qui ci sono persone che ancora più di me hanno dato la vita per il judo. Avere fiducia nel tuo allenatore, è tutto. E io qui mi sento bene. Un atleta se non ha fiducia nel proprio allenatore, rende anche il 60 percento in meno. E cosa pensi di Settimo? E’ una città perfetta. Qui si sta bene. Vado a correre tutte le mattine al Parco Fluviale ed è bellissimo. A Torino non ci vado mai: io odio le discoteche. Sto bene a casa o con pochi amici. Sono un solitario: a me basta la tv o la musica. E ora ci sono le Olimpiadi. Qual è il tuo obiettivo? Vado in Brasile per dare tutto. Sono un outsider, non sono un favorito. Perciò non ho limiti. Vado là con il cuore e con la testa. Li indico sempre quando esulto per la vittoria: i muscoli non bastano. Cuore e testa insieme, sono la mia forza.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori