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IVREA. Lettera aperta al segretario del Pd Buracco

IVREA. Lettera aperta al segretario del Pd Buracco
Al segretario cittadino del Pd Non so se leggerete -pubblicherete mai questa lettera e forse non è neanche vostro compito. Non sono un politico di professione, sono solo un cittadino-commerciante che ci tiene alla città, che nel suo piccolo si spende per il suo miglioramento e vorrebbe continuare a farlo, se cambierà il vento e se chi l'amministra (e non solo ...la giunta in carica) deciderà finalmente di interrogarsi su alcuni aspetti che continua a trascurare e che invece, a mio modestissimo parere, potrebbero veramente diventare segni distintivi di un progetto qualitativamente più consono alla storia di questo territorio. Io vivo e lavoro in città, in pieno centro storico, dove forse si nota sempre di più lo scollamento fra chi amministra e gli amministrati. Eppure, azzerando ogni sorpresa, anche alle ultime elezioni il centro-sinistra ha vinto e il PD cittadino credo sia ancora ... il primo partito. Cioè, come da consolidata tradizione, a Ivrea i cittadini, seppur delusi – amareggiati – incavolati – votano ancora in quella direzione e poco importa se assistiamo, anche qui, a strani balletti di poltrone -a defenestramenti poco chiari – a incarichi affidati alle solite quattro facce note, in spregio alle più semplici regole che eviterebbero molti “conflitti di interesse” perniciosi. Mi chiedo se all'interno dello stesso PD locale, oltre alle screziature di facciata, ci siano delle forze ancora interessate a mettersi in discussione, ancora pronte all'ascolto di simpatizzanti, cittadini ed elettori. E me lo chiedo quasi con rabbia perchè, turandomi naso orecchie e occhi, un anno fa anch'io ho votato quella lista. L'ho votata ma con ben altre speranze in saccoccia. Andando in giro e ascoltando tanti altri cittadini attivi, sento dire che questa “é stata proprio l'ultima volta” e che veramente in tanti, troppi stanno scivolando nella disaffezione più totale. E dunque dico, segretario Buracco Ghion, se ci sei batti un colpo! E' possibile che anche uno dei segretari più giovani del partito locale, non senta l'esigenza di aprire le porte del partito a un dibattito più ampio con tutte le componenti attive di questacittà? State appoggiando la candidatura UNESCO dell'Ivrea Olivettiana ma intanto la città continua ad essere sporca, con strade mal-tenute, con una logica dei parcheggi che si stenta a capire, con la politica di tagli e pareggio di bilancio che sta ULTIMAMENTE spegnendo l'illuminazione nelle piazze e anche nelle stradine pedonali che lambiscono Talponia. Eppure conducono al MAAM, al cuore di quello che dovrebbe giustificarne l'ingresso nei siti UNESCO... Chi governa questa città si vanta di tenere i conti in ordine, di essere riuscito a diventare “comune virtuoso” e che queste sono oggi le cose importanti. Ma siamosiete proprio sicuri che non ci sia invece ben altro da fare? Possibile che, di fronte a un centro storico sempre più desertificato (vuoi per la perdurante crisi e vuoi per alcune scelte “in controtendenza” operate dalla precedente giunta e ratificate da questa), tu segretario Buracco e voi gruppo dirigente del PD, non avvertite affatto che invece la melma paludosa è già sopra le ginocchia e questa città, ancor bella, perde ogni giorno appeal e allontana sempre di più investimenti vitalizzanti? I progetti di politica culturale “alta” sono scarsi e non incoraggiati e c'è il rischio reale che anche le poche realtà di livello “extra-paesano” muoiano per asfissia e negligenza. Qualcuno ha deciso che la nuova Ivrea si svilupperà oltre “la Dora” ma non si è capito bene a danno di chi e a favore di cosa. Pensate solo a cosa toglierà al commercio cittadino lo spostamento degli uffici del Tribunale. Pensate solo cosa significa aver dato l'ok non solo all'insediamento del nuovo Bennet ma anche al s.m. Conad di Corso Vercelli: piccoli giganti che si fanno guerra fra loro e che distruggono, lentamente ma con costanza, il commercio di vicinato. Pensate a quante vetrine spariranno, quante attività tireranno giù la saracinesca, a quanto diventerà triste la vita in città e quanti più pericoli, per forza di cose, si rafforzeranno nel nostro quotidiano. Le vetrine dei negozi sono gli occhi di una città viva, che sogna e progetta futuri; se spegnete quegli occhi, se quelle palpebre si abbassano ...presto o tardi dovrete fare marcia indietro, correre ai ripari e costerà molto di più. Costerà molto di più all'intera comunità, certo, non solo a voi. In Francia, lo descriveva un bellissimo articolo di Daniel Pennac, se ne sono già accorti da tempo e oggi sono le stesse amministrazioni che trattano coi proprietari di immobili per calmierare gli affitti nei centri storici e che suggeriscono, a coloro che sono anche proprietari di immobili ad uso commerciale, di alleggerire le richieste per chi investe nel commercio e vorrebbe solo non essere strozzato da canoni che magari andavano bene ... quando in città c'era tutt'altra aria. Mi chiedo, vi chiedo: siete o non siete il partito più forte, quello che dovrebbe indicare la linea, quello che dovrebbe interagire maggiormente con la sua base storica, che dovrebbe preoccuparsi con più tempismo della montante deriva qualunquistica?? Posso, modestamente, azzardare un consiglio: aprite le vs.sedi al confronto, abbondate in trasparenza (che male non fa) e soprattutto chiedetevi, in tutte le sedi, come sarà questa città, il suo bellissimo centro storico, da qui a 10 anni. Uscirà dalla palude e potrà chiamarsi ancora, giustappunto, Ivrea la bella? Se non partirà velocemente un piano di rilancio, una rivitalizzazione di tutto l'asse centrale cittadino, la valorizzazione vera del castello e della zona alta- forse ci sarà ben poco da raccontare ai turisti che l'attrattiva MAAM dovrebbe portare a Ivrea. E questo sarebbe un vero peccato, sarebbe nuovamente una sconfitta su cui interrogarsi. Diceva poco tempo fa Franco Arminio, scrittore e paesologo che amo molto: “abbiamo bisogno di sentirci insieme, di credere nello stesso tempo alla stessa cosa. Il 40% delle persone che hanno votato per il Pd non si sentono insieme, non hanno gli stessi sogni, anzi, sono accomunati solo dalla penuria di sogni.” Ecco, segretario Buracco, se vi sta a cuore non solo il commercio cittadino ma anche il futuro di questa città, sappiate che per sentire e credere insieme alla stessa cosa - bisogna creare quante più occasioni possibili di incontro e di confronto. Mi scuso per i toni e spero tanto che questo sfogo liberatorio produca qualcosa, anche in questo strano torpore da finto ferragosto. Grazie a Dimitri Buracco e alla segreteria del PD se avrà la pazienza di leggere queste righe.  

Cristina Ruberto

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