Cerca

IVREA. Cari amici dell'Ami, smettiamola di dire che il Comune Unico costerebbe meno

Cari amici del Comitato AmiUnaCittà, non so se definire la vostra “reprimenda” alle mie critiche alla legge Delrio sorprendente, ma certamente singolare sì. 

Singolare perché a fine settembre, quando venne pubblicato il “manifesto” inviato a nome dei Piccoli Comuni a tutte le forze politiche in occasione delle elezioni per la Città Metropolitana, ricevetti da voi piena condivisione delle stesse questioni poste, la richiesta di un incontro che avvenne con una vostra delegazione, nella quale però non si entrò nel merito dei problemi, ma venni sollecitato ancora una volta ad aderire al vostro Comitato ed a sostenere l’obiettivo della costituzione di quel Comune Unico dell’eporediese, più volte proposto e riproposto, qualche volta con insistenza irritante anche in contesti fuori luogo (vedi dibattito sul piano strategico dell’eporediese). 

Ora, su una questione di merito della legge Delrio, vale a dire il ruolo assegnato ai Comuni per l’approvazione del bilancio, si ripropone la stessa litania. Ma cosa c’entra la vs idea di Comune unico da 90.000 abitanti con il fatto che la legge Delrio impedisce  al Comune, grande o piccolo che sia, di esprimere un voto vincolante sul bilancio dell’Ente? Infatti tra gli assenti al voto sul bilancio, c’erano diversi Comuni “grandi” della prima cintura torinese. 

E comunque il rimedio ad una legge sbagliata non è mettersi in condizioni di privilegio rispetto alla sua applicazione (e cosa capita per chi non può farlo?), ma di correggerne gli errori. 

E non ci vogliono 10 anni per farlo, bastano sei mesi, se c’è la volontà politica e la consapevolezza che rimediare agli errori è meglio che perseverare nello sbaglio. E che la Delrio sia una legge sbagliata se ne stanno convincendo anche tanti componenti dello stesso Partito che l’ha portata in approvazione.

Su un tema siamo in sintonia: la necessità di attivarsi per contrastare il declino del territorio. Ma non è il Comune unico che ferma il declino, quanto la capacità di iniziativa politica e di lavoro su progetti che coinvolgano tutte le forze economiche e sociali del territorio. E la Zona Omogenea dell’Eporediese disegnata dalla Città Metropolitana credo sia l’ambito giusto nel quale cercare e rafforzare questo coordinamento, come per altro si sta già cercando di fare, anche per l’accesso ai fondi comunitari. 

E smettiamola di dire che il Comune unico costerebbe di meno: lo ha smentito anche il dirigente del Ministero da voi invitato ad un convegno, ma soprattutto costerebbe socialmente di più per le conseguenze che si genererebbero in termini di minor presidio dell’ambiente periferico, della incentivazione all’inurbamento verso il centro più grande e della minor flessibilità di intervento delle strutture burocratiche e della diffusione dei servizi sul territorio.

Ma non è qui che voglio entrare nel merito. 

Concludo sottolineando un aspetto: la mia opinione sulla legge Delrio non è alibi per sfuggire alle responsabilità, addossando colpe a “quelli di Torino”. Quelli di Torino in questo caso non c’entrano niente:  c’entra solo chi non si è assunto la responsabilità di dire pubblicamente quello che sussurra in privato. E cioè che, cos’ì com’è, la legge Delrio non funziona e genererà pesanti conseguenze sulla gestione dei territori. 

E fino a prova contraria, continuerò ad essere della mia opinione, assumendomene tutta la responsabilità. E anche cercare di far correggere gli errori è in fondo una premessa per la miglior gestione dei nostri soldi.

Luigi Sergio Ricca

Sindaco di Bollengo

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori