Da LA VOCE del 20/09/2016 - LA VOCE LA TROVI IN EDICOLA TUTTI I MARTEDì Scs nel pallone? Sta andando tutto a rotoli? Forse no, ma l’impegno ce lo si sta mettendo tutto. E nei giorni scorsi, di grane - o di tegole sul groppone se si preferisce - se ne sono giunte almeno un paio. Prima sono arrivate le dimissioni del consigliere di amministrazione Raffaella Valle, ieri quelle del Presidente Alberto Gottardo. “In considerazione del ricorso presentato da alcuni soci - scrive Gottardo - ritengo opportuno, per senso di responsabilità e per il bene della società rimettere il mio mandato. Auspico che questa decisione possa contribuire ad un chiarimento demandando alla sovranità dell’assemblea dei soci ogni decisione in merito...”. Capita tutto questo proprio mentre Marco D’Arrigo, l’arbitro nominato dal Presidente del tribunale di Ivrea per dirimere la controversia che vede contrapposti Ivrea con alcuni sindaci da un parte e la stragrande maggioranza dei sindaci dall’altra, aveva appena finito di fissare una riunione per il 27 settembre. Capita tutto questo, ma la notizia delle dimissioni non può certo essere considerata come un fulmine a ciel sereno, anche perchè dopo il ricorso presentato ad agosto in tribunale a Ivrea qualcosa doveva pur succedere. Ed è proprio lì che si legge di Raffaella Valle, citata più volte dall’avvocato Silvio Crapolicchio di Roma per essere stata nominata su indicazione del presidente di CCA Maurizio Perinetti con il ricatto (“Se non mettiamo Valle, mi dimetto”). Peccato che Perinetti di Valle non ne avesse mai parlato nell’assemblea del CCA (Consorzio Canavesano Ambiente), statuto alla mano, unico organo a poter decidere un nome da proporre per il cda di SCS. Oggi all’indice c’è proprio lui, l’approssimativo Perinetti che con il sindaco di Ivrea Carlo Della Pepa s’erano messi in testa “l’andare a comandare” in SCS, la municipalizzata che si occupa di raccogliere i rifiuti in tutto l’eporediese, (57 comuni e altrettanti sindaci), catapultando alla guida nomi e cognomi a loro graditi. Il tutto senza andare alla ricerca del consenso di un numero di sindaci sufficienti per raggiungere una maggioranza. Sprovveduti? Incapaci? Costa troppa fatica? E chi lo può sapere... “Io avevo proposto l’ex sindaco di Caluso Marco Suriani...” s’era lanciato in un finto mea culpa Carlo Della Pepa. Peccato che Suriani non fosse gradito e anche Caluso non l’avrebbe votato... E cosa avrebbe dovuto fare a questo punto un sindaco che aspira a fare il leader ma non ha i numeri? Minimo minimo si sarebbe dovuto guardare intorno per poi eventualmente mettere il cappello sopra la prima proposta possibile, poco importa se intelligente. Della Pepa no. Peggio, ha suggerito a Perinetti e ad altri due o tre, la cosa più stupida che potesse suggerire, cioè di giocare, neanche fossero dei bambini dell’asilo, a “celo, celo manca” durante l’assemblea del 20 maggio scorso convocata per l’elezione del nuovo cda. Immaginatevi la scena. Quando si capisce che avrebbe vinto l’ex assessore comunale di Ivrea Giovanni Alessandro (che a Della Pepa e a Perinetti proprio non piace) ecco che dal cilindro dei “maghi” spunta (abràcadabra), sullo smarthphone del sindaco di Bollengo Lugi Sergio Ricca, una email del sindaco di Chiaverano. “Celo, Celo”, s’è affrettato a dire... “Un voto in più per Alberto Gottardo...”. Morale: Gottardo su, Alessandro giù... Un voto, evidentemente non valido. Un voto truffa. Una di quelle magie che potevano succedere solo a Ivrea. E con Gottardo presidente, qualcuno giustamente s’è incazzato. Primo fra tutti il sindaco di Salerano Elio Ottino. Ha alzato il telefono e ha chiamato l’avvocato Silvio Crapolicchio che già l’aveva assistito nella battaglia in Corte di Cassazione per il terzo mandato. Neanche due mesi e ad agosto, in tribunale a Ivrea, è atterrato il ricorso. “Il nuovo consiglio di amministrazione composto da Raffaella Valle, Maria Maddalena Vietti Niclot e dal Presidente Alberto Gottardo.... non è valido”, più o meno si legge. Perché? Perchè senza il 2,07% delle quote sociali di Chiaverano come presidente sarebbe stato eletto Giovanni Alessandro. E adesso che si fa? In teoria si dovrebbe dichiarare elettor Giovanni Alessandro, ma è presto per dirlo.
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