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26 Gennaio 2016 - 14:56
autostrada
Le società di concessione autostradale ormai hanno un potere tale nel nostro Paese che si possono permettere di tutto, anche di citare in giudizio il Governo se non si piega alle loro richieste.
Èquanto è accaduto in questi giorni, con la notizia della causa intentata dalla società Ativa Spa contro il Ministero dei Trasporti e il Ministero dell’Economia, rei di non aver ancora rinnovato, senza gara, la concessione trentennale dell’autostrada A5 Torino Quincinetto che scadrà a metà 2016.
Il paradosso di questa vicenda è che non viene impugnato al Tar uno specifico atto ministeriale, ma la sua mancata adozione che, cosa ancora più assurda, il Gestore pretende che corrisponda alle sue aspettative, ossia che sia favorevole al prolungamentosenza gara della concessione autostradale, in
virtù della disponibilità mostrata dalla Società a fare degli investimenti infrastrutturali.
Non importa che questi investimenti vedono amministratori comunali e cittadini sul piede di guerra perché impattanti e costosi, come ad esempio il progetto faraonico , che nessun Ente ha richiesto, di sopraelevare il tratto dell’autostrada A5 tra Pavone e Lessolo dall’incredibile costo di 260 milioni di euro; non importa che i cittadini di Ivrea e dei comuni limitrofi si siano mobilitati per
chiedere che il rinnovo della concessione sia vincolato alla liberalizzazione delle tratte nei pressi di Ivrea, al fine di migliorare la viabilità intorno e dentro la città, che vive da anni l’incubo dei continui intasamenti per colpa dei pedaggi autostradali.
La Società Ativa se ne frega della volontà popolare e pretende da un Governo succube, una sicura risposta positiva alle sue pretese e se questa tarda ad arrivare non esita a portarlo in giudizio.
Ma come è possibile che siamo arrivati a tanto?
Lo dobbiamo al Presidente del Consiglio Renzi che con il famigerato art. 5 sulle concessioni
autostradali del decreto Sblocca Italia ha concesso proroghe senza gara in cambio di investimenti.
Un vero e proprio regalo alle lobby delle concessionarie autostradali giustificate con la necessità di finanziare nuovi investimenti di ammodernamento della rete autostradale. Lo Stato italiano è così malmesso da aver bisogno di capitali privati per finanziare questi investimenti. Ma è proprio così?
La realtà è ben diversa perché gli azionisti delle concessionarie autostradali quasi mai investono direttamente ma sempre a debito tramite le banche che sono garantite dalla sicura rendita dei pedaggi che, come un orologio Svizzero, aumentano ogni anno. Negli ultimi venti anni, secondo i recenti dati pubblicati dalla Banca d’Italia, i ricavi delle concessionarie sono più che raddoppiati,
passando da 2,5 miliardi di euro nel 1993 a oltre 6,5 miliardi nel 2012.
A questo punto ci chiediamo: c’era proprio bisogno di questo ennesimo regalo di Renzi alle lobby autostradali? Scoprite chi ha finanziato l’ascesa politica di Renzi e capirete perché.
Paolo Romano
Deputato M5S
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