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Verso la chiusura del Centro culturale La Serra?

Verso la chiusura del  Centro culturale La Serra?

la serra

Nell’assemblea dei soci conclusasi mercoledì 16 ottobre, la società “Effetto Serra” (proprietaria della parte adibita ad attività culturali e sociali del complesso La Serra di Ivrea) non ha nominato un nuovo consiglio d’amministrazione in sostituzione di quello eletto a maggio 2013 e dimessosi poco dopo (ai primi di luglio). Passo obbligato successivo sarà l’assemblea dei soci straordinaria che dovrà nominare un liquidatore della società. Una drammatizzazione determinata dalla scelta del socio di maggioranza, AEG cooperativa, di passare dal ruolo di unico rinnovatore (della struttura e della gestione) a quello di spettatore senza impegni né responsabilità, da “ghe pensi mi” a “niente sacciu”. Come è noto, più di un anno fa, alla società Effetto Serra che si trovava a dover fare i conti con la non più rinviabile riqualificazione del Centro, con costi di gestione molto onerosi (che, scaricati sugli operatori, avevano favorito nel tempo abbandoni e contrasti) del condominio (poi parzialmente superati dalla divisione del condominio stesso), con un “condominio” oltremodo litigioso (peraltro comprensibile in un complesso concepito per un unico conduttore) e con le oggettive e più generali difficoltà dei tempi che attraversiamo, venne avanzata dal socio AEG, prima un’ipotesi di acquisto dell’immobile, poi una proposta di acquisizione della maggioranza assoluta della società con lo scopo di procedere alla necessaria riqualificazione di impianti e spazi del Centro e a una sua nuova unica gestione. Tempi, modi e progetti elaborati tutti “in casa AEG”, senza il coinvolgimento di alcun altro socio di Effetto Serra. Più di un anno passato ad aspettare le determinazioni di AEG, scartando ipotesi di attività che venivano avanzate da operatori della città e misurando ogni iniziativa, attività e progetto sul termine prospettato per l’avvio dei lavori: 30 giugno 2013. Più di un anno in cui il Centro è stato sottoutilizzato e sostanzialmente fermo (e chiunque svolga una qualsiasi attività sa quanto questa venga sfiancata da un lungo periodo di quasi inattività). Nel maggio di quest’anno, infine, la presentazione del progetto all’assemblea dei soci di Effetto Serra e la conseguente elezione del nuovo Consiglio d’Amministrazione, coerentemente espressione di AEG coop. (che, nel frattempo, aveva avanzato ad alcuni soci una proposta di acquisto delle azioni per arrivare a detenere almeno il 51% della società). Seppure con tempi certamente nocivi per la salute di Effetto Serra e per le attività del Centro culturale, alla fine il progetto di AEG parte? Niente affatto, perché passa poco più di un mese e, a luglio, il nuovo CdA si dimette. Cos’è successo? Sono intervenuti fatti nuovi imprevedibili e imprevisti? I fatti sono che nessun lavoro di riqualificazione è avviato mentre le assemblee dei soci di Effetto Serra (convocate a luglio e poi a settembre) perché la società affronti la situazione, vengono rinviate, su richiesta di AEG stessa, in attesa di “imminenti decisioni di AEG” in merito al progetto di riqualificazione e gestione del centro da essa stessa presentato. Poi, nell’ultima assemblea la conferma, riportata dai giornali locali, della marcia indietro di AEG che, ora, stima troppo oneroso il suo progetto (peraltro non confrontato con alcun socio, né illustrato all’assemblea). Di fronte a questo balzo all’indietro, nel corso dell’ultima assemblea, nonostante le accresciute difficoltà determinate dall’essere stata la società Effetto Serra sostanzialmente ferma per oltre un anno, diversi soci avanzano la proposta dell’elezione di un CdA rappresentativo dell’intera compagine societaria che, in tempi brevi: 1) determini, anche sulla base del lavoro già svolto da AEG, l’importo di un investimento di riqualificazione ridotto all’indispensabile; 2) verifichi la reale disponibilità dell’amministrazione comunale di Ivrea ad essere parte attiva nella ricerca di privati, fondazioni, enti pubblici disposti a un investimento per la riqualificazione del Centro; 3) elabori una o più proposte di gestione del Centro, confrontandosi con diversi operatori del territorio, 4) convochi entro la fine dell’anno un’assemblea dei soci nella quale valutare i risultati e decidere di conseguenza. La proposta non si concretizza per il rifiuto opposto dal socio di maggioranza, AEG, di partecipare con almeno due rappresentanti (sul minimo di sette previsto dallo statuto sociale) a questo nuovo CdA. Inevitabile perciò, in assenza di un organo di governo della società, il ricorso all’assemblea straordinaria per la nomina di un liquidatore. Si chiuderà così un’iniziativa, iniziata sei anni fa, di diversi soggetti del territorio che ha restituito (nonostante le molte difficoltà e i limiti, evitabili e inevitabili) alla città uno spazio importante per la sua vita civile e culturale? Che, in fasi e modi diversi, è stato anche motore di moltissime iniziative culturali, di aggregazione sociale e di manifestazioni di impegno civile? Nonostante l’evidenza, vogliamo pensare di no. Vogliamo pensare che tutto il territorio, a iniziare dall’Amministrazione Comunale, vorrà scongiurare questo esito e che la città non perda questo suo altro “pezzo” importante. Che senso ha lanciare proprio adesso una campagna per la candidatura a sito Unesco quando la città non è in grado neppure di esprimere la volontà e la capacità necessarie al mantenimento dell’unico spazio architettonico, moderno e olivettiano aperto? E che oltretutto ha al suo interno un’area archeologica da valorizzare e rendere visibile? Certamente non bastano le fiction televisive. Solo un impegno attivo e concreto di molti (a cominciare da quanti ne hanno le possibilità) per la riqualificazione del Centro potrà sbloccare la situazione e garantire alla città uno spazio che si è dimostrato essenziale per la vita civile e culturale del territorio. Altrimenti si potrà destinare lo spazio del Centro culturale La Serra a un nuovo tipo di museo, quello del “declino di Ivrea”.   Cooperativa Rosse Torri
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