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IVREA. Visto da destra: "Noi speriamo che si vada a casa"

IVREA. Visto da destra: "Noi speriamo che si vada a casa"

Borla e Gilardini

  Abbiamo letto (io e Diego Borla) la lettera uscita l'altra settimana, inviata da questo sedicente lettore, talmente convinto delle proprie idee che non ha avuto nemmeno il coraggio e la dignità di firmare la lettera (io quando dico le cose ci metto il nome e cognome). E' una falsità, in primo luogo, darmi del compagno (affermazione che sarebbe da querela, se non fosse che chiunque la legga può scoppiare a ridere). Secondo, che ci sia stato accordo con Della Pepa è una falsità totale. Noi facciamo opposizione, fino a ieri abbiamo presentato mozioni di sfiducia al Sindaco, sperando che si vada a casa il prima possibile perché la città non è governata, il Pd non si può permettere liti interne che la stanno paralizzando, quindi prima si va a votare e meglio è per tutti. Abbiamo rischiato di far cadere la Giunta su temi che vanno dalla Guelpa all'amianto, al Cic, e contesteremo il prossimo bilancio di previsione, perché siamo stufi di vedere la città ostaggio di lotta tra bande del Pd. Pertanto quello letto è un attacco fuori luogo smentito dai fatti. Poi se i soci, o un gruppo di soci che ci sono vicini ideologicamente o politicamente, essendo persone che hanno conoscenze dell'Aeg, anche a livello tecnico e professionale, abbiano fatto la scelta di sostenere l'unica alternativa alla gestione Pescarin, esercitando il proprio diritto di critica, ritengo che non ci sia nulla di male. Io in particolare faccio la mia battaglia, da quando sono in politica, contro quelle persone che anagraficamente potrebbero tranquillamente godersi la pensione e continuano, invece, a detenere un potere decisionale enorme, non lasciando spazio a nuove leve più fresche, più giovani, più preparate e più allineate ai tempi. Quindi non mi stupisco se la scelta di diversi soci a noi vicini, in un contesto diverso da quello politico, ma di merito, abbiano sostenuto lista di persone competenti, trasversali ma soprattutto libere.

Tommaso Gilardini

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