AEG Coop in questi ultimi anni ha realizzato un grande balzo nel fatturato, correndo troppi rischi e forse un po’ numeri aiutano a capire meglio la situazione attuale. Nel 2008 le vendite furono di 32 milioni di euro, nel 2013 sono arrivate a 188 milioni di euro, nel 2014 ancora non sappiamo ma potrebbero essere raddoppiate. Una crescita di quasi 12 volte in 6 anni, un ritmo assolutamente innaturale. Puntare tutta l’espansione del fatturato sui grandi clienti richiede un’organizzazione aziendale in grado di controllare innanzitutto l’affidabilità dei clienti stessi, per pretendere le necessarie garanzie e poi monitorare l’andamento dei consumi e dei pagamenti, soprattutto di quei grandi clienti. L’insolvenza di 38 milioni di € e le conseguenze. L’insolvenza di 38 milioni di euro ( cioè 75 miliardi di vecchie lire) generata da un unico contratto, pochi mesi dopo la stipula, significa che ciò non è stato fatto. La conseguenza è una perdita enorme! 38 milioni di euro è come se si fosse costruito un ospedale e gli si fosse dato fuoco subito dopo. Sono stati bruciati gli utili di una vita. Si è giocato al casinò il patrimonio di famiglia. Al 31 dicembre 2013 il patrimonio netto della Cooperativa, costituito dal capitale sociale versato dai soci e dalle riserve di utili accumulate negli anni, ammontava a 24 milioni di euro. La perdita di 38 milioni di euro, causata da un unico credito inesigibile, ha mangiato tutto il patrimonio della società! Le conseguenze sono altrettanto devastanti per la disponibilità finanziaria della Cooperativa. Dal 2010 al 2013 la cassa disponibile è sempre stata intorno ai 10 milioni di euro. In un colpo solo, con questa sola operazione, ne sono stati persi 38, creando un debito a breve di svariati milioni di euro. Quanti anni di oculata gestione ci vorranno per ricostituire quanto è stato perduto? Più attenzione ai compiti essenziali della Cooperativa. Questo nuovo corso di attività ha inoltre fatto perdere completamente lo spirito della Cooperativa, cioè quello di mettersi insieme per acquistare un servizio con un risparmio per ciascun socio. Oggi con questa nuova avventura economica la Cooperativa si è trasformata di fatto una società di trading di energia ( in particolare compravendita di energia elettrica sul mercato) ne’ più ne’ meno di tante altre società di capitali che operano sul mercato. No, non è questo né lo spirito né la natura giuridica dell’AEEG. Si sono fatti correre ad AEG rischi enormi, invece di: 1) curare di più i soci, i prezzi di vendita a loro riservati, 2) sperimentare il loro coinvolgimento nelle scelte importanti, 3) pensare al territorio ad esempio impegnandosi nelle energie rinnovabili e nel rapporto con i centri di ricerca e le competenze Canavesane che ci sono ma disperse, 4) organizzare l’azienda in modo da garantire centri di responsabilità distinti e strutturati con strumenti stringenti di controllo, capacità di elaborare progetti utili per i soci e per il territorio. Il CdA non ha l’obiettivo di acquisire meriti e prestigio all’esterno, ma verso i soci e il territorio. AEG resti innanzitutto ancorata ai soci e al territorio. Il futuro dell’AEG deve restare ancorato al nostro territorio, all’utilità di una gestione fatta per i propri soci, a riprendere il vero e originario spirito e obiettivo cooperativistico. Le “avventure industriali “ sul mercato nazionale dell’energia lasciamole alle aziende che sono strutturate per fare questo e hanno questo business nel loro oggetto sociale e nella loro mission aziendale: sono le grandi società di capitali che nulla hanno a che vedere con le esperienze cooperativistiche. Non facciamo come i giocatori d’azzardo che vanno al casinò e che, ammaliati da qualche facile vincita, finiscono per perdere tutto quello che hanno vinto e anche il loro patrimonio fatto di risparmi costruiti nel tempo. Preferiamo tornare a essere cittadini normali, che dopo aver tentato un’avventura, capiscono di aver commesso un grave errore e si ripromettono di non entrare più in un casinò e di riprendere le attività che producono utili con il lavoro. Dobbiamo imparare dagli errori. Un sforzo comune per difendere e rilanciare AEG con un nuovo gruppo dirigente. Adesso la situazione di AEG è diventata molto seria e chi lo dice non è “cattivo”, né è un “nemico” o un irresponsabile. Tutti i soci devono fare lo sforzo di affrontare i problemi per quello che sono, rifiutando nuove proposte mirabolanti. Facciamo un appello perché ci sia un impegno comune dei soci e del territorio per difendere e rilanciare AEG, perché ha le possibilità di rimanere una grande cooperativa che sappia soddisfare i soci e fare cose buone per il territorio, crescendo con accortezza. Serve un nuovo CdA, composto da una generazione nuova, superando vecchie divisioni, con competenze adeguate per gestire un fase difficile, radicalmente diversa, che persegua il risanamento e lo sviluppo, mettendo al centro i soci e il territorio. Purtroppo non sarà più possibile realizzare tutte le cose che si sarebbero potute fare prima di questo dissesto; anzi, sono già pesantemente condizionati i prossimi impegnativi appuntamenti, quale la gara d’ambito per la gestione della rete di distribuzione nel nostro territorio. Il Canavese poteva avere in AEG un motore di sviluppo; lo sforzo di tutti deve essere quello di tenere acceso il motore affinché sia in grado di dare una mano al Canavese.
Un gruppo di soci
Energie dal Canavese
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