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La Cassazione conferma la sentenza d’Appello: il crescentinese Perini condannato per omicidio

Dovrà scontare 24 anni di carcere per aver ucciso nel 2018 a Vercelli il ciclista Antonello Bessi

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La vittima Antonello Bessi, riparatore di biciclette e Giovanni Perini, condannato per omicidio

ROMA. (r.g.) - La Corte di Cassazione conferma: il crescentinese Giovanni Perini, 75 anni, pensionato, è l’assassino di Antonello Bessi, riparatore di biciclette a Vercelli. La Suprema Corte ha infatti rigettato il ricorso presentato dai legali di Perini, Maria Grazia Ennas e Francesca Orrù, che difendono il pensionato fin dall’inizio della vicenda. La condanna ora è definitiva: Perini dovrà scontare 24 anni di carcere per omicidio e rapina. È già stato portato in cella: alla pena si sottraggono gli anni passati agli arresti domiciliari e il periodo di detenzione nella casa circondariale vercellese di Billiemme dopo il primo arresto.

In primo grado la Corte di Assise di Novara aveva condannato Perini all’ergastolo, i giudici d’appello avevano ridotto la pena a 24 anni, riconoscendogli le attenuanti generiche in equivalenza all’aggravante contestata: 22 anni per omicidio e due per rapina.

Antonello Bessi venne ucciso a coltellate il 4 settembre 2018, all’età di 52 anni, nella sua officina di riparazione di biciclette di via Walter Manzone a Vercelli. Le prove a carico di Perini erano il movente economico, le riprese delle telecamere di videosorveglianza, un’intercettazione ambientale in questura mentre parlava con il figlio, una confessione. Tra gli elementi considerati decisivi le due celle telefoniche agganciate in maniera alternata da Perini la mattina del delitto. Di particolare rilevanza sono considerati anche i filmati di videosorveglianza che ripresero una figura in bicicletta la mattina del delitto in via Manzone; secondo gli investigatori era Perini: la bici è stata considerata sovrapponibile. Perini avrebbe ucciso Bessi per derubarlo, e parte dei contanti sarebbero quelli ritrovati dalla Polizia nella perquisizione dell’abitazione del pensionato: cinquemila euro, una somma ritenuta sproporzionata in base al tenore di vita e alla situazione economica del pensionato.

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