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TRINO. La Procura chiede un anno di reclusione per l’automobilista coinvolto nell’incidente in cui perse la vita Melissa Damarco

TRINO. La Procura chiede un anno di reclusione per l’automobilista coinvolto nell’incidente in cui perse la vita Melissa Damarco

Melissa Damarco aveva 19 anni

Richiesta di condanna a un anno di reclusione per Erion Alla, artigiano 32enne coinvolto nell’incidente in cui perse la vita Melissa Damarco, 19enne di Ottiglio, allieva dell’istituto alberghiero “Sergio Ronco” di Trino. A distanza di sei anni da quella drammatica serata del 17 gennaio 2015, volge alle ultime battute il processo che vede Alla chiamato a rispondere di omicidio colposo per un incidente stradale dal bilancio drammatico: una giovane morta e tre ragazzi, amici tra loro e allievi della stessa scuola, rimasti feriti. Nella Punto condotta dalla studentessa monferrina, infatti, viaggiavano anche il fidanzatino 17enne, Matteusz Lesny, di origini polacche e residente a Casale, e gli amici Valentina Donadio, 17enne di Popolo e Luca Rossello, 20 anni, di Ticineto. I ragazzi erano diretti al casello dell’autostrada per raggiungere una discoteca nel novarese dove avrebbero trascorso la serata, ma, dopo lo scontro con la Ford Mondeo dell’artigiano di origine albanese, la Punto era stata scaraventata sull’opposta corsia di marcia ed era finita con la parte anteriore in un fosso. Melissa Damarco era morta sul colpo, mentre gli amici erano finiti in ospedale. Gli accertamenti eseguiti nel corso dell’indagine avevano poi fatto emergere che la guidatrice, che si era fermata in un’area di servizio per rifornirsi di carburante, nell’immettersi nuovamente in tangenziale aveva imboccato la corsia di ingresso invece che quella di uscita. Erion Alla, che viaggiava nella stessa direzione del gruppetto di amici, non era riuscito a evitare l’impatto.

Nel discutere il processo davanti al giudice Enrica Bertolotto, anche il pubblico ministero Arnalda Zanini ha rilevato l’infrazione commessa dalla vittima, parlando di «una corresponsabilità nell’incidente che però non scagiona l’imputato. Gli accertamenti tecnici hanno dimostrato che la vettura di Alla viaggiava a circa 100 chilometri orari. Una velocità, dunque, molto superiore al limite dei 70 previsto in quel tratto. Il rispetto dei limiti di velocità - ha aggiunto il pubblico ministero - e un comportamento prudente in relazione all’orario notturno e alla presenza dell’intersezione con il distributore di carburante, avrebbero potuto mitigare le conseguenze dell’impatto o evitarlo del tutto».

Una lettura dei fatti non condivisa dall’avvocato Danilo Cerrato, che rappresenta l’artigiano e che per lui ha chiesto l’assoluzione: «La vettura della vittima - ha rilevato il legale - usciva dall’area di servizio contromano e con una traiettoria ortogonale rispetto all’auto del mio cliente. Dunque è difficile poter dire oltre ogni ragionevole dubbio che la causa del mortale sia stata la velocità. Il mio cliente usciva da un raccordo e aveva appena affrontato una curva: non è ipotizzabile che la sua Ford avesse già raggiunto quella velocità». La sentenza è attesa per il 23 marzo.

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