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LIVORNO FERRARIS. Cacciò di casa i genitori sotto la pioggia: non era in grado di intendere e di volere

LIVORNO FERRARIS. Cacciò di casa i genitori sotto la pioggia: non era in grado di intendere e di volere

Processo

È stato assolto con formula piena perché non in grado di intendere il 34enne di origine marocchina arrestato lo scorso aprile in paese. L’uomo è stato giudicato con rito abbreviato: era accusato di maltrattamenti in famiglia, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. Negli scorsi mesi, in piena emergenza sanitaria, ha messo alla porta i genitori sotto la pioggia. La casa era la loro, lui ci era tornato dopo che qualche settimana prima era stato arrestato a Roma per aver aggredito dei poliziotti in piazza San Pietro, subito un tso e ricevuto il foglio di via.

Era seguito dal centro di salute mentale di Vercelli da quasi un decennio. Secondo una perizia era incapace di intendere e di volere nel momento in cui ha cacciato i genitori di casa e ha poi aggredito i carabinieri tentando la fuga. I militari erano intervenuti chiamati dai vicini: l’uomo aveva cacciato i genitori. La convivenza non era semplice: liti, minacce e insulti erano frequenti. Quando i militari sono arrivati lui li ha spintonati ed è scappato prima di essere bloccato e arrestato. Era finito in carcere perché ai domiciliari con i genitori non poteva stare e nel pieno dell’emergenza nessuna struttura lo poteva accogliere.

In seguito alla richiesta di incidente probatorio, richiesto dal suo legale Fabio Merlo, è stata esaminata una perizia medico legale di natura psichiatrica che ha certificato l’incapacità di intendere e volere al momento dei fatti. Tecnicamente l’uomo non era imputabile e così è arrivata l’assoluzione.

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