Cerca

CRESCENTINO. Il “Calamandrei” saluta quattro suoi storici insegnanti

CRESCENTINO. Il “Calamandrei” saluta quattro suoi storici insegnanti

Venerdì 8 giugno l’Istituto “Calamandrei” ha salutato quattro “colonne” della scuola: è infatti arrivato il momento della pensione per i docenti Marilena Vittone, Marina Bagnasacco, Giorgio Massola e Carla Appendino i quali, al suono dell’ultima campanella di quest’anno scolastico, sono stati salutati dal personale davanti ad un ricco buffet, tra momenti di ilarità e commozione. Tre di loro hanno risposto alle nostre domande, ripercorrendo parte del percorso lavorativo - e umano - compiuto, fra momenti significativi per la storia dell’istituto e il susseguirsi di studenti, più o meno brillanti, che hanno lasciato un segno in loro, ma sempre tentando una trasmissione di conoscenze (certamente scolastiche, ma prima di tutto umane) in modi - seppure non siano loro a dirlo, ma i loro studenti - brillanti e spesso creativi.

In che anno ha iniziato il suo servizio presso l’istituto “Calamandrei” di Crescentino? Possiede un ricordo significativo legato a questa scuola?

Marina Bagnasacco: «Ho iniziato ad insegnare come docente di inglese al “Calamandrei” dall’anno scolastico 1988/’89, ma ci avevo già lavorato anni prima come supplente. All’inizio ho insegnato sul corso ragionieri per poi passare a quello geometri e sono sempre stata gratificata nel mio lavoro grazie anche all’ottimo rapporto che ho avuto con i miei colleghi».

Marilena Vittone: «Ho iniziato il servizio al “Calamandrei” - dove insegnavo italiano e storia - nel settembre 1992, ma venivo dalla scuola media e mi ero già “fatta le ossa”. In particolare, nel 1983 avevo conseguito la specializzazione per l’insegnamento agli alunni diversamente abili.  Di ricordi ce ne sono tanti, ma quelli più significativi, oltre all’inclusione di tanti allievi, riguardano i progetti didattici svolti negli anni, che rendevano operativi i ragazzi e aprivano la nostra scuola al territorio circostante. Ne cito tre che hanno portato a pubblicazioni varie: memoria della storia locale, educazione ambientale, sostegno al Fai».

Giorgio Massola: «Ho iniziato ad insegnare lettere e storia in questa scuola intorno all’inizio degli anni Ottanta, ma non ricordo l’anno esatto del mio arrivo. Il ricordo significativo riguarda l’anno in cui, con la presidenza Ansaldi o Anfossi (non ricordo il cognome da nubile, all’epoca le donne venivano ancora chiamate spesso e volentieri col cognome del marito), abbiamo intitolato l’istituto a Piero Calamandrei, con la volontà di trasmettere alle nuove generazioni il rispetto e la massima osservanza dei principi della Resistenza e della Costituzione».

Nel suo percorso nell’insegnamento ha avuto modo di incontrare degli studenti che hanno modificato il suo modo di vedere le cose?

Marina Bagnasacco: «Di ragazzi ne ho seguiti tanti e ho un buon ricordo di tutti, anche di quelli più indisciplinati e meno studiosi. Negli ultimi anni ho addirittura avuto come studenti figli di alcuni ex allievi. Molti dei miei studenti hanno avuto carriere brillanti, altri purtroppo non ci sono più. Ogni studente è diverso dall’ altro ed è necessario tenerne conto sempre. Mi è sempre piaciuto lavorare con i ragazzi e vedere i loro miglioramenti ed il loro cambiamento dal momento in cui arrivano in istituto a quando si diplomano. Mi fa sempre molto piacere quando uno dei miei ex studenti mi incontra e mi saluta ricordandosi del lavoro portato avanti insieme e parlandomi dei suoi figli o della sua vita».

Marilena Vittone: «Gli studenti con le loro personalità e motivazioni spingono sempre a modificare il modo di vedere le cose o a riflettere».

Giorgio Massola: «Sempre un insegnante è anche allievo dei suoi allievi. Non ho mai pensato che la mia generazione fosse migliore o peggiore di quella degli allievi che ho avuto di fronte in quarant’anni di insegnamento, ma semplicemente diversa: ognuno di loro mi ha insegnato qualche cosa».

Quali sono le differenze più significative che ha notato nella scuola e negli studenti durante la sua carriera?

Marina Bagnasacco: «Il rapporto insegnante-studenti è cambiato moltissimo dall’inizio della mia carriera ad oggi. Prima era più distaccato, l’insegnante era quasi esclusivamente colui che trasmetteva le conoscenze agli allievi, poi gradatamente si è passati ad un rapporto sempre più aperto ad ogni tipo di confronto».

Marilena Vittone: «La differenza tra il 1992 e l’oggi riguarda la partecipazione alle attività scolastiche: i ragazzi dimostrano meno entusiasmo e desiderio di imparare, danno uno scarso contributo di idee per migliorare l’ambiente scolastico in cui vivono. Gli allievi risentono dell’incertezza del momento storico».

Giorgio Massola: «Rilevo nella scuola un  continuo allontanarsi da quelle che io pensavo essere i suoi capisaldi fondamentali di essa. E’ la scuola che è andata peggiorando? O sono io che invecchiando fatico a recepire i cambiamenti e le trasformazioni? Forse la seconda delle ipotesi è quella maggiormente verosimile; il fatto è che fatico a riconoscere nella scuola che lascio una chiara e primaria volontà di formare umanamente i giovani, al massimo si persegue una qualche formazione professionale...».

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Marina Bagnasacco: «Ho intenzione di dedicarmi a tempo pieno alla mia famiglia e di viaggiare».

Marilena Vittone: «Fare la nonna e continuare lo studio della seconda guerra mondiale e della Resistenza a Crescentino».

Giorgio Massola: «Cosa farò da pensionato? Il mio ideale al momento è quello volterriano del Candido: “coltivare il proprio orticello”. Questo sia alla lettera che in senso metaforico: continuerò a coltivare la mia passione per la cultura popolare medievale attraverso letture e lavori che un tempo indirizzavo ad altri, e che ora svolgerò nel silenzio del mio studio».

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori