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Cronaca
18 Settembre 2025 - 10:01
foto archivio
Una professoressa e un’operatrice scolastica, due figure che dovrebbero – almeno in teoria – lavorare gomito a gomito per garantire il buon andamento di una scuola superiore. E invece. E invece la storia è finita nel peggiore dei modi: davanti ai Carabinieri, con una denuncia per danneggiamento aggravato e una carriera che rischia di incrinarsi come la carrozzeria di una utilitaria.
Che tra le due, entrambe sulla cinquantina, non scorresse buon sangue era cosa nota. Lo sapevano colleghi e studenti, abituati ad assistere a discussioni sempre più frequenti, a voci che rimbalzavano nei corridoi e a un clima di nervi tesi che ormai era diventato normalità. Ma la scorsa settimana la tensione si è trasformata in un gesto concreto e violento, capace di lasciare il segno non solo sulla lamiera ma anche nella vita di una comunità scolastica intera.
Secondo la ricostruzione, l’operatrice avrebbe atteso la fine delle lezioni, quando i corridoi tornano silenziosi e il via vai degli studenti si placa. Poi, individuata l’auto della docente – una rossa utilitaria parcheggiata nello spiazzo interno – avrebbe tirato fuori un oggetto appuntito, forse un cacciavite, forse un coltello, e lo avrebbe passato con decisione sulla carrozzeria. Rigature profonde, inequivocabili, per un danno quantificabile in diverse centinaia di euro.
L’amara scoperta è arrivata poco dopo, quando la professoressa, pronta a tornare a casa, ha trovato l’auto ridotta così. Nessun dubbio: la denuncia ai Carabinieri è scattata immediata. E i militari, grazie alle telecamere di videosorveglianza piazzate nell’istituto, hanno impiegato poco a chiudere il cerchio. Le immagini sono chiare: si vede l’operatrice avvicinarsi alla vettura e rigarla con un oggetto che, nonostante le ricerche, non è stato ritrovato.
Convocata e messa di fronte all’evidenza, la donna non ha potuto negare. La denuncia è inevitabile, e insieme a essa arriva il rischio concreto di provvedimenti disciplinari da parte della scuola. La sua posizione, già compromessa davanti alla giustizia, ora vacilla anche sul piano professionale.
Una vicenda che ha lasciato increduli colleghi e famiglie: in un luogo che dovrebbe insegnare rispetto e senso civico, sono bastati anni di rancori accumulati per trasformare la scuola in un teatro di vendette personali. Una lite da corridoio che, invece di spegnersi col tempo, ha finito per oltrepassare il confine e diventare materia da tribunale.
L’operatrice scolastica denunciata dai Carabinieri per aver rigato l’auto della professoressa è accusata di danneggiamento aggravato (art. 635 Codice Penale).
La pena prevista: reclusione da 6 mesi a 3 anni. In alcuni casi può aggiungersi anche una multa.
La fedina penale: in caso di condanna rimarrebbe segnata, con tutte le conseguenze del caso.
Il risarcimento: oltre al procedimento penale, dovrà probabilmente farsi carico del costo della riparazione dell’auto della docente.
La carriera: la scuola può avviare un procedimento disciplinare che va dal semplice richiamo fino al licenziamento.
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