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Ivrea in Azione

Sceriffo della contea di Ivrea? No grazie. Servono risposte serie, non battute

Ironia fuori luogo, risposte assenti e cittadini esasperati: sulla sicurezza urbana il sindaco gioca a fare lo sceriffo ma dimentica il suo vero ruolo. Intanto la città sprofonda nel buio e nell’insicurezza

Sceriffo della contea di Ivrea? No grazie. Servono risposte serie, non battute

Sindaco sceriffo

Negli ultimi tempi, le esternazioni del sindaco di Ivrea, tra ironia fuori luogo e sarcasmo mal calibrato, stanno generando crescente indignazione tra i cittadini. Di fronte a problemi reali e urgenti come la sicurezza, il primo cittadino sembra più preoccupato di giocare con le parole che di affrontare con rigore e concretezza i disagi che colpiscono la nostra comunità.

Va riconosciuto che, su altri temi – forse più vicini alla sua visione politica – si impegna e si espone. Ma quando si parla di sicurezza, la narrazione cambia: minimizza, deride, svia. E forse non è un caso che la sua maggioranza sia sbilanciata verso una sinistra ideologica che, quando si parla di legalità e controllo del territorio, preferisce voltarsi dall’altra parte.

Questo atteggiamento non solo è inadeguato, ma danneggia anche la credibilità dell’intera istituzione che rappresenta. Un sindaco, nel pieno esercizio del suo mandato, dovrebbe rispondere con serietà e responsabilità ai timori legittimi della cittadinanza. E invece, davanti a richieste precise e condivise – come il miglioramento dell’illuminazione pubblica, l’aumento della presenza della polizia locale, l’installazione di telecamere nei punti critici – preferisce rifugiarsi in dichiarazioni dal retrogusto provocatorio, quasi fosse una questione di folklore politico.

Lo scaricabarile verso prefettura o questura non è accettabile. La sicurezza urbana, pur nella cornice delle competenze, richiede coraggio, visione e soprattutto azione. Ma qui accade il contrario: chi da anni si batte in Consiglio comunale per riportare attenzione su questi temi viene ridicolizzato pubblicamente dal proprio sindaco. Una gestione delle relazioni istituzionali quantomeno discutibile, che alimenta tensioni e allontana sempre più l’amministrazione dai cittadini.

Eppure le soluzioni non mancano. Si parla da tempo di potenziare la luce in molte zone buie della città – soprattutto in corrispondenza di attraversamenti pedonali, dove al calare del sole la visibilità è nulla. Ma anziché ammettere i limiti dell’attuale sistema di illuminazione a LED, il sindaco si lancia in dichiarazioni illuminanti, come quella in cui spiega che le luci a LED fanno meno luce delle tradizionali. Un’osservazione degna del bar sport, ma che non risolve il problema. Il punto non è la tecnologia utilizzata, ma l’errata installazione su pali pensati per tutt’altra intensità luminosa. Forse abbassare i lampioni o integrare i sistemi avrebbe evitato la mezza città al buio.

La sicurezza non è materia da cabaret. Riguarda la qualità della vita, la libertà di muoversi senza timore, il diritto a vivere in spazi urbani sicuri. E non si tratta solo di criminalità: la scarsa illuminazione, la mancanza di presidi sul territorio, il degrado in alcune aree richiedono un’azione sinergica e determinata.

Nel frattempo, il Comune riceve una petizione firmata da oltre duemila cittadini, a sostegno di proposte concrete. Un segnale forte. Un messaggio chiaro. Ma la risposta del sindaco? Una “intervista vuota di soluzioni e piena di fantapolitica”, come l’hanno definita alcuni cittadini. A questo punto, è lecito chiedersi: chi sta governando la città? Un amministratore o un commentatore satirico?

Ora la palla è nelle mani del sindaco. Può scegliere di cambiare passo, di raccogliere le istanze della cittadinanza, di mettere da parte le battute e lavorare davvero per la sicurezza. Oppure dovrà confrontarsi con una piazza sempre più impaziente, pronta a far sentire la propria voce con forza. E francamente, quella piazza, nessuno la vuole davvero vedere esplodere.

E se proprio vuole continuare con la satira, glielo diciamo con altrettanta ironia: scenda dal cavallo, sindaco. Perché Ivrea non è un western, e gli eporediesi non cercano uno sceriffo. Cercano un sindaco che li ascolti, li rispetti e, soprattutto, nelle sue competenze, li protegga.

Ciao !!

A cavallo

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