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Ivrea in Azione

Dopo il Carnevale, restano i problemi: Ivrea ostaggio dell’immobilismo

Due mesi di festa non cancellano la realtà: commercianti in ginocchio, sicurezza fuori controllo e un’amministrazione sorda alle richieste dei cittadini

Dopo il Carnevale, restano i problemi: Ivrea ostaggio dell’immobilismo

E voi, dopo il Carnevale, come state? Spero abbiate già recuperato le forze dopo questa straordinaria festa che ogni anno riempie Ivrea di colori, tradizione e orgoglio. Ma, come sempre, la realtà ci riporta bruscamente con i piedi per terra. I problemi ricominciano il giorno dopo.

Dopo due mesi di celebrazioni, ufficialmente inaugurate il 6 gennaio, è difficile continuare a ignorare le difficoltà che affliggono la nostra comunità. Siamo l’unica città al mondo a vivere il Carnevale per un periodo così prolungato: dovremmo essere un esempio di vitalità e intraprendenza. E invece, tutto viene oscurato dall’immobilismo di un’amministrazione comunale sbilanciata e superficiale.

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L’attuale giunta sta dimostrando di avere una visione politica completamente distaccata dalle reali esigenze dei cittadini. Pur avendo vinto il PD locale di Bonaccini, le decisioni politiche sembrano guidate dall’estrema sinistra, seguendo un percorso autonomo e scollegato dai bisogni concreti della città.

La disconnessione è evidente nelle scelte fatte finora e nella totale assenza di risposte concrete, specialmente sul tema sicurezza, che continua a essere una delle principali fonti di ansia e preoccupazione per i cittadini.

E poi ci sono i commercianti, il cuore pulsante della nostra economia locale. Non hanno chiesto molto, solo politiche chiare e una giunta che non metta loro i bastoni tra le ruote. Eppure, le promesse del sindaco sono rimaste solo parole.

Su questioni cruciali come la sicurezza e il commercio, non solo non si sono visti progressi, ma sono piovuti balzelli: parcheggi più cari, impennata delle tariffe per le affissioni pubblicitarie, aumenti sul plateatico. La delega al commercio? Chiusa in un cassetto polveroso.

A questa situazione si aggiunge la crescente inquietudine delle famiglie, in particolare delle mamme, che si stanno organizzando in comitati spontanei per chiedere più sicurezza. Perché? Perché i loro figli sono esposti a situazioni potenzialmente pericolose.

La violenza e le aggressioni da parte di bande di teppisti e spacciatori non possono più essere ignorate. Ivrea, che per anni è stata simbolo di cultura, ospitalità e inclusione, oggi vive un clima di insicurezza crescente. Dobbiamo accettarlo come la nuova normalità?

Le vie del centro, le scuole, il Movicentro e le periferie devono tornare a essere luoghi sicuri. Serve una giunta in grado di assumersi la responsabilità delle proprie scelte e di dare risposte concrete ai cittadini.

Gli abitanti di Ivrea non chiedono la luna, solo un’amministrazione che ascolti e agisca. Governare significa lavorare per il bene della comunità, non minimizzare i problemi e scaricare le responsabilità. Se questa giunta non è in grado di farlo, sarebbe meglio che si facesse da parte. Perché, a questo punto, persino un commissario alla prima esperienza farebbe meglio.

Ivrea ha bisogno di leadership forte e lungimirante. Un tempo, Chiantore avrebbe potuto esserlo, ma ha scelto una strada che lo lega mani e piedi.

Nel frattempo, la città è ostaggio di cantieri infiniti, come quelli per l’elettrificazione della galleria, che hanno massacrato il piccolo commercio. E mentre i negozi soffrono, le uniche voci che rimbombano sono quelle di un sindaco e di assessori come Comotto, che in campagna elettorale promettevano barricate.

Le uniche barricate che hanno costruito, però, sono quelle tra loro e i cittadini.

Ivrea non ha bisogno di promesse vuote, ma di fatti.

Ciao!!

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